Sotto il cuscino aveva sistemato una pistola con il colpo in canna. A trovare l’arma sono stati i carabinieri della stazione di Ortigia che hanno arrestato Carmelo La Mesa, 38 anni, parcheggiatore, finito ai domiciliari per detenzione illegale di arma da fuoco clandestina.

Il controllo nella casa del parcheggiatore

Il blitz è scattato nell’abitazione dell’uomo, in via dei Mergulensi, in Ortigia, il centro storico di Siracusa, a due passi dalla sua autorimessa.

La cassaforte con le munizioni

I carabinieri, al comando del maresciallo Santo Parisi, si sono presentati nell’appartamento, insieme ai cani del Nucleo Cinofili di Nicolosi che, grazie al loro fiuto, appena entrati nell’appartamento, hanno immediatamente puntato una piccola cassaforte nascosta in camera da letto, all’interno della quale erano custoditi una scatola di 25 munizioni calibro 7,65 ed un silenziatore per pistola, attrezzo particolarmente pericoloso.

Pistola col colpo in canna

Nel corso del controllo, è saltata fuori la pistola, con caricatore inserito e colpo in canna pronta all’uso. L’arma, le munizioni ed il silenziatore sono stati sequestrati mentre l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità giudiziaria. In mattinata, è prevista l’udienza di convalida della misura cautelare.

Ex poliziotto condannato

Il Gup del Tribunale di Siracusa ha condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione Vincenzo Ruisi, 55 anni, originario di Palermo, ex poliziotto, sotto processo per detenzione di arma modificata.

L’arresto dopo il controllo dell’auto

L’uomo, difeso dall’avvocato Junio Celesti, venne arrestato dai carabinieri nel settembre dello scorso anno: al termine di una perquisizione, scattata nella macchina dell’imputato, fermato nel corso di un controllo a Siracusa, gli inquirenti rinvennero oltre all’arma, dei proiettili, dei giubbotti delle forze dell’ordine e dei caschi,  posti poi sotto sequestro.

L’udienza e le richieste del pm

L’uomo, al termine dell’udienza di convalida della misura cautelare, venne posto ai domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. La difesa ha optato di procedere con il rito abbreviato e nella requisitoria il pm ha sollecitato una condanna a 2 anni e 7 mesi di reclusione.