Ha rischiato di finire in tragedia la sparatoria avvenuta nelle settimane scorse in un pub, a Francofonte, nel Siracusano.
Aggressore in carcere
I carabinieri hanno fermato poche ore dopo l’agguato il presunto responsabile, Paolo Scarnà, 46 anni, la cui misura cautelare è stata già convalidata dal gip del Tribunale di Siracusa che ha disposto il trasferimento in carcere dell’uomo, il quale, dopo gli spari, avvenuti il 25 marzo, è scappato salvo poi consegnarsi ai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato, Junio Celesti.
La lite e gli spari
I militari hanno ricostruito l’intera vicenda, spiegando che il 46enne, quella sera, si sarebbe presentato nel locale e si sarebbe rivolto al marito della proprietaria, che, in quel momento, si trova seduto su un divano. Lo avrebbe chiamato “straniero”, forse per via delle sue origini, essendo di Vizzini, ma quest’ultimo si sarebbe risentito, fino a quando, davanti a diversi testimoni, tra cui giovani avventori, è scoppiata una lite.
Solo che il 46enne, in preda ai fumi dell’alcool, secondo gli inquirenti, avrebbe sparato un colpo con la sua pistola, una calibro 6,35, sfiorando il rivale, il quale, per nulla impaurito, avrebbe afferrato un bastone per colpire Scarnà.
Vittima gambizzata
I due, stando a quanto riferito dai carabinieri, sarebbero usciti dal pub, affrontandosi in piazza Dante: il 46enne avrebbe sparato altri due colpi, mancando il bersaglio, poi ne avrebbe esploso un terzo, centrando alla gamba l’uomo, poi accompagnato al Pronto soccorso dell’ospedale di Lentini.
Altra sparatoria nel Siracusano
Ha ammesso i fatti, confessando di essere stato lui il mese scorso a sparare alle gambe di un intermediatore finanziario in un appezzamento di terreno al confine tra Siracusa e Floridia.
Giovanni Padua, 32 anni, di Solarino,si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Siracusa a cui ha anche detto di voler aiutare la polizia nel rintracciare la pistola usata nell’agguato alla vittima. Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe riconducibile ad un’accesa lite tra i due, in particolare il 32enne avrebbe accusato la vittima ritenendola responsabile di un presunto tentativo di furto perpetrato la sera prima all’interno del cantiere di suo padre. Al termine dell’interrogatorio, l’indagato è stato riaccompagnato in carcere, in una cella del penitenziario di Siracusa
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