• Condanna definitiva per uno degli autori di una violenta rapina in una gioielleria
  • Il giovane, 25 anni, Antonino Mauro, è stato condotto in carcere dai carabinieri
  • Il colpo commesso nel novembre del 2016

Sconterà in carcere la condanna definitiva a 5 anni di reclusione per rapina un siracusano di 26 anni, Antonino Mauro, che è stato rintracciato e tratto in arresto dai carabinieri del comando provinciale di Siracusa. Il giovane, con precedenti per armi e droga, nel novembre del 2016, si rese responsabile insieme ad altre 3 persone, di un assalto armato ai danni della gioielleria Piccione, in viale Zecchino, nella zona nord di Siracusa, fruttato circa 74 mila euro.

La rapina

Ci sono volute circa due anni di indagini, condotte dagli agenti della Squadra mobile, per raccogliere riscontri solidi sul conto dei  rapinatori. Sono state determinanti le immagini delle telecamere di sicurezza, la testimonianza del proprietario della gioielleria, aggredito nel corso dell’assalto armato ma in grado di togliere il cappuccio ad uno della banda, ed infine le tracce del Dna trovate in uno dei passamontagna usato e gettato via al termine della rapina.

Le tracce del Dna

Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Fabio Scavone, compiendo delle comparazioni sono riusciti a scoprire che i residui organici appartenevano ad uno degli assalitori, proprio ad Antonino Mauro. Da quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, ad entrare per primi nella gioielleria Piccione sarebbero stati Andrea Caniglia insieme a Shajla Tringali, spacciandosi per dei clienti.

I finti fidanzati

Due finti fidanzati che avrebbero voluto acquistare un anello con diamante ma fino ad allora il proprietario non  avrebbe notato nulla di sospetto , solo che nei minuti successivi sono piombati nel negozio due uomini armati, entrambi con il volto travisato, uno da un passamontagna l’altro da un cappuccio. E sarebbe stato proprio quest’ultimo a scagliarsi fisicamente contro il titolare della gioielleria che è stato colpito con il calcio della pistola per convincerlo a piegarsi alla loro volontà. Gli sarebbe stata poi puntata l’arma ed a quel punto non ha potuto fare altro che  aprire la cassaforte, da cui aveva poco prima preso l’anello.

Il bottino

Sono stati prelevati numerosi preziosi, per un valore commerciale di circa 74 mila euro ma non contenti  hanno strappato alla vittima il telefonino, forse per evitare che potesse chiedere l’intervento delle forze dell’ordine negli istanti successivi alla loro fuga. Il commerciante, in preda alla disperazione e probabilmente alla rabbia, si sarebbe scagliato contro il suo aggressore, riuscendo a togliergli il cappuccio, consentendo, così, ai poliziotti di poter vedere in faccia il rapinatore grazie ai filmati delle telecamere di sicurezza. Gli agenti, poco per volta, hanno composto il loro mosaico fino ad identificare, uno ad uno, tutti i componenti della banda, compreso Salvatore Quattrocchi, rintracciato in Germania.

 

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