Commissione di inchiesta

Reflui fognari, l’ospedale Muscatello scarica in mare, allarme inquinamento dell’aria a Siracusa

Allarme inquinamento, dell’aria e del mare. Questi i temi affrontati nella sede della Prefettura di Catania, dai componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali. Un vertice a cui hanno preso parte anche il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, il vicesindaco di Siracusa, Pierpaolo Coppa, il viceprefetto di Siracusa, Filippo Romano, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, ed il presidente di Sicindustria,  Ivo Blandina.

Il viceprefetto di Siracusa ha discusso del rilevamento della qualità dell’aria, che è stato al centro di due inchieste della Procura di Siracusa culminate con i sequestri dei più importanti stabilimenti del polo petrolchimico di Priolo e di due depuratori. Il fenomeno ha una percezione nella comunità del Siracusano piuttosto elevata, come ribadito, nel corso dell’audizione, da Romano, per cui rappresenta “il principale problema di ordine pubblico”.

Il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, ha ammesso le gravi criticità della rete idrica della città, “senza interventi di manutenzione da anni”. Inoltre, ad Augusta “non c’è un depuratore delle acque reflue urbane”  per non parlare della situazione riguardante l’ospedale Muscatello di Augusta. Secondo quanto indicato dal sindaco Di Pietro,  gli scarichi dell’ospedale finiscono direttamente nella rada di Augusta. E poi c’è la questione della presenza del mercurio in fondo alla rada, di cui ha discusso il presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso della sua recente visita ad Augusta. “Nonostante via sia un divieto di pesca nella rada si continua a pescare” con conseguenze immaginabili per la salute pubblica.

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Tutt’altro che rosea la situazione a Messina dove non esiste un’anagrafe di tutti gli scarichi presenti, inoltre il sindaco De Luca ha evidenziato che gli scarichi fognari abusivi finiscono nel lago di Ganzirri e nei torrenti.

“In Sicilia orientale – fanno sapere dalla Commissione di inchiesta –  abbiamo trovato una soluzione molto grave, in cui si fa ben poco per tutelare il mare. Un esempio su tutti è Augusta dove scarica a mare anche l”ospedale”.

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