- Il presidente di Assoporto Augusta dice sì ad un termovalorizzatore nel Siracusano
- Tra le ragioni la riconversione della zona industriale
- L’idea è di utilizzare un sito dismesso o da riconvertire
“Ci sono le condizioni per realizzare un termovalorizzatore nella zona industriale di Siracusa”. Lo afferma a BlogSicilia Marina Noè, presidente di Assoporto Siracusa ed ex assessore regionale che coglie al balzo la decisione del presidente della Regione, Nello Musumeci di affidarsi ai termovalorizzatori per superare l’emergenza rifiuti che, con le discariche ormai sature, in particolare quella di Lentini, sta facendo annegare l’isola in un mare di immondizia.
“Basta discariche”
“Stiamo lasciando ai nostri figli – dice Noè – una vasta porzione di territorio alle discariche creando un problema di natura ambientale. Potremmo, invece, utilizzare i rifiuti come risorsa per produrre energia elettrica, acqua calda, insomma un florilegio di opportunità importanti e strategiche”.
“Termovalorizzatore nell’area industriale siracusana”
“Noi abbiamo già un inceneritore nella zona di Augusta, nella disponibilità della Gespi, che si occupa di rifiuti legati alle attività portuali e che ultimamente ha trattato i rifiuti provenienti dalle navi per la quarantena. Il Polo petrolchimico, ormai, è in fase di chiusura, per cui l’idea sarebbe di riutilizzare siti che sono già presenti nell’area industriale e che possono essere certamente riconvertiti per produrre energia e ricchezza. Per questo, siamo decisamente favorevoli alla realizzazione dei termovalorizzatori”.
Fare come in Danimarca
“Si assiste ad un ambientalismo di maniera che esclude qualsiasi grande investimento e la mancanza di coraggio porta a presentare progetti sempre più piccoli ed inefficaci, mentre – conclude la presidente dell’associazione degli operatori portuali, Marina Noè – in altri paesi, certamente più ambientalisti di noi si procede senza sosta. Si pensi a Copenaghen dove è stato costruito un inceneritore in centro città in grado di dare energia elettrica, acqua calda, risolvere il problema della immondizia, creandone nel contempo infrastrutture legate alla produzione del freddo. In effetti basterebbe copiare le buone pratiche già esistenti in altre realtà, per iniziare un percorso virtuoso e
vantaggioso”.
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