le dichiarazioni di uno dei giovani avolesi arrestati

La rissa in discoteca e poi gli spari, “ero in auto, svegliato dai colpi”

Ha detto che era in auto, quasi appisolato, e di essere stato svegliato da uno sparo. E’ quanto emerge nella ricostruzione davanti al gip del Tribunale di Siracusa fornita da Maurizio junior Di Pietro, avolese, arrestato nei giorni scorsi, insieme al fratello, Salvatore Paolo Di Pietro, e ad un altro giovane, Antonio Amore, con l’accusa di tentato omicidio plurimo.

La rissa e poi gli spari al parco

Secondo la ricostruzione dei carabinieri i tre, nella notte tra il 12 ed il 13 marzo, dopo una rissa scoppiata in una discoteca con altri giovani si sarebbero recati in un parco Robinson, ad Avola,  dove furono esplosi i colpi di pistola contro i rivali.

L’ammissione

La settimana scorsa era stato sentito dal gip del Tribunale Salvatore Paolo Di Pietro, difeso come il fratello dall’avvocato Natale Vaccarisi, ed indicato dai carabinieri come colui che avrebbe premuto il grilletto.

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Pur avvalendosi della facoltà di non rispondere ha reso delle dichiarazioni spontanee in cui avrebbe ammesso i fatti contestati ma, allo stesso tempo, ha fornito dei chiarimenti in merito alla ricostruzione dei militari, elaborata sulla scorta delle dichiarazioni della vittima.

I chiarimenti del fratello

Maurizio junior Di Pietro, che ha reso anche lui dichiarazioni spontanee rinunciando a rispondere alle domande del gip di Siracusa, ha sostanzialmente affermato di non avere nulla a che fare con gli spari. Dopo essere stato svegliato dai colpi d’arma da fuoco avrebbe detto di aver visto il fratello venire verso la macchina. E sarebbe stato lo stesso fratello a raccontargli ciò che era accaduto.

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La ricostruzione dei carabinieri

Secondo quanto fornito dal comando provinciale dei carabinieri, a capo delle indagini, coordinate dai magistrati della Procura,  il giovane che aveva in mano la pistola, uscendo dalla sua macchina, avrebbe puntato una pistola verso l’auto occupata da una delle vittime, che si è data alla fuga a piedi verso la spiaggia, riuscendo a evitare i colpi esplosi alle sue spalle.

A quel punto, si sarebbe avvicinato a un’altra macchina in sosta con all’interno un amico del ragazzo fuggito e, dopo avergli puntato la pistola alla tempia, gli ha sparato a un ginocchio, dileguandosi con i due complici.

 

 

 

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