Dal 1204 le spoglie di Santa Lucia sono custodite a Venezia e da allora solo due volte sono ritornate a Siracusa, la città in cui nacque e morì la vergine: nel 2004 e nel 2014. Ci sarà una terza volta, nel 2024 ma da tempo in città si dibatte se sia arrivato il momento di chiedere la restituzione del corpo di Lucia. Su questa linea è Salvo Sorbello, ex assessore di Siracusa, consulente dell’assessore regionale Nunzia Albano per le tematiche relative alle Politiche sociali e familiari e profondo conoscitore della storia di Lucia.

Quella del corpo di Santa Lucia è una storia segnata da diverse interpretazioni. Davvero, i veneziani la portarono via per sottrarla al saccheggio degli arabi? Si può parlare di furto ai siracusani?

Nel 1039 il condottiero bizantino Giorgio Maniace, che aveva vinto gli arabi, trasportò, prelevandolo dalla catacombe siracusane, il corpo di santa Lucia a Costantinopoli. I siracusani durante l’occupazione araba della Sicilia, avevano infatti nascosto il corpo della Santa giovinetta in un luogo segreto. Maniace riuscì a farselo indicare, probabilmente con l’inganno, da un anziano, il cui nome non è mai stato indicato nel corso dei secoli per non marchiare d’infamia lui e i suoi discendenti. Nel 1204, a seguito della conquista di Costantinopoli nella quarta Crociata, il doge Enrico Dandolo portò a Venezia, come trofeo di guerra, il corpo della Santa, insieme ai quattro cavalli in bronzo della Basilica di san Marco. Quindi il Corpo di Santa Lucia è stato in pratica rubato due volte: prima da Maniace, poi dai Veneziani.

E’ vero che c’è stato un momento, durante il periodo fascista, che le spoglie stavano per ritornare a Siracusa?

Esattamente. Nel 1935, fu presentata l’ennesima istanza, da parte dei Vescovi, del clero, delle Autorità e dei comuni di tutta la Sicilia per la restituzione del Corpo. E un vero e proprio appello al capo del governo Mussolini venne rivolto nel 1937 dall’arcivescovo Ettore Baranzini, in occasione della visita del duce a Siracusa, per l’inaugurazione del Pantheon. Sembrava la volta buona, visto che, nel mese di agosto dello stesso anno, Mussolini incaricò di una missione esplorativa a Venezia il suo amico personale padre Pietro Tacchi Venturi, autorevole gesuita e negoziatore dei Patti Lateranensi. Ma Tacchi Venturi non riuscì nell’intento di convincere il patriarca Adeodato Giovanni Piazza, che non volle saperne di esaudire le sacrosante richieste dei siracusani. Per inciso, il cardinale Piazza passerà alla storia anche per aver pubblicato una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando tra l’altro: “Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni”.

Lucia, però, non è solo un’icona religiosa e culturale di Siracusa. Venezia le ha anche dedicato la stazione ferroviaria. Non crede che riportarla a Siracusa sia una forzatura anche di carattere storico?

Lucia è siracusana, nata e martirizzata in questa città. La stazione di Venezia è intitolata a Lei perchè gli austriaci decisero di realizzare il ponte ferroviario e la stazione proprio dove si trovava il convento che ne custodiva la salma che venne demolito. Il corpo di santa Lucia venne così trasferito, l’11 luglio 1860, con una solenne processione, nella vicina parrocchia di San Geremia. Non dimentichiamo che il grande arcivescovo Luigi Bignami, milanese di nascita, incoraggiò il popolo siracusano “a non desistere dal reclamare la restituzione del corpo di Santa Lucia”. Nella Cripta del sepolcro di santa Lucia a Siracusa, si legge una frase, tratta da un’antifona liturgica luciana che esprime la devozione e l’attesa dei suoi concittadini: Lucia, Sponsa Christi, omnis plebs Te expectat (Lucia, Sposa di Cristo, tutto il popolo ti attende). E i siracusani invocano ancora ad alta voce: “Sarausana jè: viva Santa Lucia!”.

Se Siracusa reclama il corpo, potrebbe farlo anche il Governo nazionale chiedendo la restituzione della Gioconda. In questo modo, ogni Stato o comunità potrebbe rivendicare il possesso di un bene, ormai da secoli, nel patrimonio artistico di un altro territorio.

Non si tratta di un bene artistico. Il sacrosanto desiderio dei siracusani di riavere il corpo della loro più importante Concittadina non verrà mai meno e solo il tempo potrà dire se questa comprensibile e giustificata aspirazione sarà esaudita. Sono fiducioso che il nuovo corso della Chiesa ispirato da Papa Francesco possa contribuire a rimuovere resistenze che hanno fino ad oggi vanificato i tanti tentativi esperiti nel corso dei secoli. Corrado Piccione, una delle più rilevanti personalità dell’ultimo secolo di storia siracusana affermava: “Siracusa attende con fede il giorno in cui nella Chiesa e nello Stato sorgeranno personalità capaci di far rispettare questo suo imprescrittibile diritto, contro il quale non si oppongono motivi sacrali nè ragioni storiche né considerazioni culturali: soltanto il principio del possideo quia possideo (possiedo poichè possiedo), davvero inammissibile nell’ambito del culto ispirato dalla fede religiosa”.

Dove ritiene che le spoglie, qualora fossero riportate a Siracusa, dovrebbero essere custodite?

Verrà certamente individuato il luogo più adatto. Non dimentichiamo che nel novembre del 1981 il Corpo venne rubato a Venezia ma per fortuna venne poi ritrovato.