I carabinieri hanno arrestato un 33enne di Carlentini per maltrattamenti, estorsione e sequestro di persona ai danni della compagna e della madre della donna. L’uomo, che era ai domiciliari, è stato raggiunto da una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Siracusa che ha disposto per lui il trasferimento in carcere, in una cella del penitenziario di Cavadonna, a Siracusa.
Le cause delle violenze
Secondo quanto emerso nelle indagini dei militari, il 33enne avrebbe avuto un atteggiamenti possessivo nei confronti della convivente e temendo di essere lasciato avrebbe promesso che sarebbe stato pronto a suicidarsi o di compiere dei gesti di autolesionismo.
Botte e sequestro
Ad avere, però, la peggio sarebbe stata la vittima che, in una circostanza, sarebbe stata colpita con diversi pugni dal 33enne che, dopo averla privata del cellulare e del bancomat, l’avrebbe chiusa in una stanza non consentendole né di mangiare né di bere. La donna, cui sarebbe stato concesso di andare in bagno solo con il consenso del compagno, dopo un’intera giornata, è riuscita a liberarsi e a fuggire.
Picchiata anche la madre della donna
“I maltrattamenti sono stati posti in essere anche nei confronti della madre, che oltre a essere stata picchiata e offesa, è stata ferita dall’uomo con un posacenere in onice” spiegano i carabinieri della Compagnia di Auguste che hanno condotto le indagini insieme ai militari della stazione di Carlentini. La violenza si sarebbe accentuata al rifiuto della donna di consegnargli somme di denaro.
Marito di Lentini rinviato a giudizio
Il Gup del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, ha disposto il rinvio a giudizio per Massimo Cannone, 45 anni, lentinese, accusato dell’omicidio della moglie. La donna, Naima Zahir, originaria del Marocco, venne uccisa con una coltellata nella casa della coppia, a Lentini, nel Siracusano, nel marzo dello scorso anno.
Il giudice ha anche rigettato la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa dell’imputato che si sottoporrà al processo con il rito ordinario davanti alla Corte di Assise di Siracusa. L’imputato, poco dopo il fermo, nel corso dell’udienza di convalida, avrebbe ammesso le sue responsabilità, affermando che la donna lo avrebbe oppresso e quella sera, approfittando della distrazione della vittima, che era sul letto con gli auricolari, le avrebbe inflitto la coltellata mortale.
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