“Sono contento che la magistratura abbia rivolto la sua attenzione su quanto accade nella zona industriale e sui ripetuti casi di molestie olfattive di questi anni”. Così il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, dopo commenta il sequestro degli stabilimenti Esso e Isab.

Il primo cittadino aretuseo mesi fa aveva anche presentato un esposto alla Procura: “Il sequestro preventivo conferma la bontà del lavoro svolto dall’amministrazione comunale al tavolo Aia del ministero dell’Ambiente, perché le prescrizioni imposte alle aziende per la restituzione degli impianti siano uguali a quelle che siamo riusciti a introdurre nel corso delle riunioni in sede Aia”.

Sul sequestro è intervenuto anche il parlamentare all’Ars del Gruppo Pid – Grande Sud, Pippo Gennuso: “Lo avevamo denunciato da anni che l’aria era irrespirabile nel quadrilatero della morte, Siracusa, Priolo Gargallo, Melilli e Augusta. Oggi la magistratura ci ha dato ragione. Serve un intervento finanziario del governo centrale e dell’Europa per avviare la bonifica”.

“Il sequestro da parte della Procura della Repubblica per inquinamento dell’area del petrolchimico di Siracusa dimostra ancora una volta come le istituzioni non facciano il loro dovere e l’autorità giudiziaria debba supplire alle carenze di queste ultime”, scrivono in una nota il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e il responsabile nazionale dei Verdi legalità e contrasto alle mafie Giuseppe Patti. “Si tratta – proseguono – di una delle aree più inquinate d’Italia con una presenza di patologie accertate dall’Istituto Superiore di Sanità in aumento esponenziale (ad esempio il tumore alla tiroide). Anche in questo caso l’intervento dell’autorità giudiziaria, come è successo a Taranto, evidenzia l’incapacità e la non volontà delle istituzioni preposte (in questo caso la Regione Sicilia e il Ministero dell’ambiente ) di svolgere il loro dovere eseguendo i controlli necessari per monitorare i livelli d’inquinamento in quell’area a rischio della provincia di Siracusa già pesantemente penalizzata dal punto di vista ambientale. Una dimostrazione evidente di latitanza di queste istituzioni”.

Non manca il commento del leader siciliano del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri: “È arrivato il momento che la Sicilia si doti di una legge innovativa che tassi chi inquina, a favore delle energie rinnovabili”.

“Se il M5S andrà al governo – continua il candidato alle prossime elezioni regionali – con la GreenTax finanzierà impianti fotovoltaici sui tetti delle abitazioni dei cittadini. È arrivato il momento di cominciare la quarta rivoluzione industriale della nostra terra, quella del sole, del vento, insomma quella delle rinnovabili”.

I 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana propongono di fare dell’Arpa “un’agenzia regionale dedita ogni giorno al servizio della tutela dei cittadini e che renda pubblici tutti i dati. Stop all’autocontrollo delle grandi aziende”.

“La questione ambientale a Siracusa va affrontata senza sminuire le problematiche”. Lo dicono Sofia Amoddio e Marika Cirone Di Marco, rispettivamente deputati nazionale e regionale del Pd, che chiedono le dimissioni del professor Salvatore Sciacca che è contemporaneamente presidente del Consorzio industriale protezione ambiente (Cipa) e del Registro tumori integrato della Sicilia orientale.

“Durante la presentazione del Rapporto ambiente 2016, – continuano Amoddio e Cirone –  Sciacca, da presidente del Cipa che ha come soci i dirigenti delle industrie presenti nel petrolchimico, ha illustrato i dati acquisiti dalle centraline della rete di proprietà del Cipa dichiarando che le sostanze odorigene (principalmente i derivati del solfuro di idrogeno e gli idrocarburi non metanici), avvertite quasi giornalmente dalla popolazione, non rappresentano una fonte di pericolo per la salute umana, ma solo un disagio, un fastidio che deve essere eliminato. Queste dichiarazioni lasciano sgomenti soprattutto se si fa riferimento a quanto riportato nel rapporto di Arpa sulla qualità dell’aria, relativo al 2015 e reso noto nel luglio del 2016, in cui si evidenziava la potenziale pericolosità di queste sostanze sulla salute umana, pericolosità che deve ancora essere ulteriormente approfondita mancando una letteratura scientifica adeguata che permetta di stabilirne limiti e valori di soglia”.

“Il sequestro preventivo per inquinamento ambientale di due impianti industriali del petrolchimico di Siracusa – dichiara Stefano Ciasfani, direttore generale di Legambiente – rappresenta finalmente una buona notizia per il popolo inquinato e per la qualità dell’aria del siracusano. Per anni in questa zona si sono verificate elevatissime emissioni inquinanti, anche a forte impatto odorigeno, che hanno provocato e provocano effetti negativi sull’ambiente e sulla salute della popolazione. La nostra associazione, con i circoli di Siracusa e del resto della provincia e con Legambiente Sicilia, in questi anni ha più volte denunciato, con dossier puntuali, come le varie edizioni di “Mal’aria industriale”, numerose uscite pubbliche, comunicati e segnalazioni fatte insieme anche ad altre associazioni, la preoccupante situazione del vecchio e inquinante polo industriale, chiedendo azioni concrete contro le emissioni e prescrizioni più stringenti per gli impianti più impattanti. Sottolineiamo con grande soddisfazione – aggiunge Ciafani – come alcune delle nostre proposte siano state riprese nelle prescrizioni imposte col sequestro dalla procura di Siracusa, a cui va il nostro plauso per il lavoro svolto. Negli ultimi due ultimi anni stanno vedendo al pettine tanti nodi delle più gravi illegalità ambientali consumate sul territorio nazionale grazie anche all’applicazione della legge sugli ecoreati, che ha inserito nel maggio 2015 i delitti ambientali nel nostro Codice penale. L’aria è cambiata: nel nostro Paese chi inquina finalmente comincia a pagare”.