Sembra una serie tv giudiziaria la vicenda di Giuseppe Calafiore, l’avvocato siracusano coinvolto nell’inchiesta del febbraio del 2018 denominata Sistema Siracusa sulla presunta corruzione di giudici e magistrati per ottenere favori a gruppi imprenditoriali amici.

Il pronunciamento della Cassazione

La Cassazione ha revocato il patteggiamento a 10 mesi e 4 giorni di reclusione davanti al Gup del Tribunale di Messina, accogliendo il ricorso della Procura generale di Messina, come scrive il Fatto quotidiano.

La prima revoca del patteggiamento

Precedentemente, Calafiore aveva patteggiato 11 mesi ma la pena fu annullata nel maggio del 2021 dalla Cassazione, che, anche in quell’occasione, accolse l’istanza della Procura generale di Messina. Secondo i magistrati, l’avvocato siracusano deve rispondere di finanziamento illecito ai partiti per via dei circa 300 mila euro che sarebbero finiti nelle mani dell’ex senatore di Ala, Denis Verdini, condannato dal tribunale di Messina a due anni di reclusione.

Le dichiarazioni di Amara su Verdini

Secondo quanto emerso nelle indagini e sulla scorta delle dichiarazioni di Piero Amara, coinvolto anche lui, come Calafiore in varie inchieste, tra cui Sistema Siracusa, e radiato dall’ordine degli avvocati, il giudice Giuseppe Mineo, ex magistrato del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana e condannato in primo grado a 6 anni e 2 mesi, avrebbe chiesto un aiuto economico per pagare le cure dell’ex presidente della Regione Giuseppe Drago poi deceduto nel 2016.

I soldi

Inoltre, Amara avrebbe confermato di essersi speso con l’ex senatore Verdini affinché Mineo fosse inserito nell’elenco del Consiglio dei Ministri per la nomina dei magistrati del Consiglio di Stato. Il fondatore di Ala, nella versione dell’accusa, avrebbe incassato una somma di 300 mila euro, mentre Mineo, aspirando al Consiglio di Stato, si sarebbe prestato per aggiustare o pilotare le sentenze del Cga in modo da favorire le imprese vicine ai tre professionisti siracusani.

L’ex magistrato

Nell’inchiesta della Procura di Messina finì anche l’ex magistrato della Procura di Siracusa, Giancarlo Longo, destinatario di una misura cautelare in carcere nel febbraio del 2018 come Amara e Calafiore. Longo ha poi deciso di patteggiare 5 anni di reclusione e le dimissioni dalla magistratura.