Il giudice per le udienze preliminari di Siracusa, al termine del processo con il rito abbreviato, ha emesso 4 condanne ed una assoluzione aggravata nell’ambito dell’inchiesta Coca Drive, conclusa nel novembre scorso ad Avola, nel Siracusano.

La sentenze

Gianluca Liotta condannato a 8 anni e 2 mesi di reclusione e 8mila euro di multa; Angelo Toscano a 6 anni e 8 mesi e 30mila euro di multa; Sonia Silva a 5 anni e 4 mesi e 6mila euro di multa; Emanuele Eroe a 5 anni e 4mila euro di multa. Assolto Sebastiano Costa per non avere commesso il fatto.

Le indagini

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la droga veniva approvvigionata a Catania e ceduta ai “clienti” mentre sostavano, con il proprio veicolo ancora acceso, lungo le arterie cittadine come in una sorta di “drive in”.

Le indagini degli investigatori hanno fin da subito consentito di decodificare il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati nelle loro conversazioni dalle quali è emerso che, a partire dal dicembre 2020, erano in corso degli accordi finalizzati ad attivare dei canali di fornitura di stupefacente da Catania verso Avola, per poi smerciare le singole dosi tra le vie di un quartiere di Avola.

In particolare, l’attività investigativa ha consentito di accertare, in appena sei mesi, numerosi episodi di acquisto all’ingrosso dello stupefacente che veniva poi trasportato ad Avola e custodito presso una autocarrozzeria.

Le estorsioni

Per il pagamento della droga gli indagati erano soliti concedere ai propri acquirenti dei crediti via via crescenti che, tuttavia, molto spesso i “clienti” non riuscivano a rimborsare per la propria indisponibilità di denaro subendo gravi minacce e, nei casi più gravi, atti di aggressione fisica commessi da alcuni degli indagati.

La denuncia della mamma di un tossicodipendente

Proprio a seguito delle continue minacce una donna avolese, ormai stanca e preoccupata delle possibili ritorsioni ai danni del proprio nucleo familiare, si è rivolta ai poliziotti di Avola, denunciando i gravi fatti che avevano coinvolto il proprio figlio tossicodipendente che non aveva potuto onorare i debiti assunti.