E’ stato condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione Giuseppe Coniglione, 60 anni, fermato nell’ottobre dello scorso anno a Brucoli, nel Siracusano, con circa 90 chili di marijuana. Droga che, secondo la ricostruzione dei magistrati della Procura di Siracusa, sarebbe dovuta finire nel mercato della zona di Augusta ma, in quell’indagine, emerse il coinvolgimento di alcuni libanesi che, presumibilmente, avrebbero venduto la partita di erba proveniente dal paese balcanico.

Il sessantenne, difeso dall’avvocato Junio Celesti, ha deciso di sottoporsi al giudizio abbreviato e così, a distanza di 5 mesi dall’operazione antidroga, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Siracusa ha emesso la sentenza. L’imputato, comunque, sconterà la condanna nella sua abitazione, ai domiciliari. Non è la prima volta che Giuseppe Coniglione incappa in un’inchiesta antidroga, nel 2015, infatti, venne arrestato, insieme ad altre 23 persone, al termine dell’operazione Kepha conclusa dai carabinieri tra Siracusa, Noto, Trapani, Catania e Vibo Valentia.

In quell’occasione, i militari assicurarono l’esistenza di un fondo comune dal quale sarebbero state prelevate le somme per mantenere i sodali detenuti. E per sviare gli inquirenti, sarebbe stato usato un linguaggio criptico «cavalli», «cavallo piccolo», «giumenta», per indicare quantità e tipo di stupefacente ordinato, oppure «motore», «centralina» per indicare la qualità.