Hanno vinto i sindacati di Polizia penitenziaria che ieri avevano promesso azioni forti, tra cui un esposto in Procura, se la direzione del carcere di Augusta non avesse annullato il protocollo di intesa locale. Un piano, sottoscritto nelle settimane scorse con altre sigle sindacali, che, secondo gli oppositori, avrebbe reso massacranti i turni di lavoro nella struttura penitenziaria.
“Alla luce della situazione emergenziale in atto, che impone per il periodo in corso l’adozione di ogni cautela di salvaguardia dell’istituto e dell’interesse superiore dell’amministrazione, tenuto conto delle gravi criticità emerse in sede di applicazione del Pil, si comunica la sospensione del predetto accordo con effetto immediato fino al cessare dell’emergenza in atto cui seguirà confronto con le organizzazioni sindacali”. E’ quanto scritto, in una circolare, dal direttore del carcere di Augusta Angela Lantieri.
Una decisione che ha lasciato soddisfatti Michele Pedone (Uspp), Sebastiano Bongiovanni (Sippe), Angelo Scarso (Fns Cisl) e Massimiliano Di Carlo (Cnpp) promotori della protesta ed autori anche di una petizione contro quell’accordo che, per il momento, è stato sospeso.
“Grazie al nostro intervento e a quello delle altre organizzazioni che non hanno condiviso il Pil, il direttore lo sospende e rimanda ad un prossimo confronto sindacale. Basta lotte, basta rancori, basta odio. Quello che conta è il benessere del personale; questo Pil era inapplicabile” spiega il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni.
“I contenuti del Pil non rispecchiano – hanno spiegato i sindacati- la volontà della maggioranza dei lavoratori ma esclusivamente l’interesse di una minima parte di essi e di qualche sigla sindacale da cui, nel’occasione, ci dissociamo, non riconoscendola, per il caso specifico, come organo rappresentante dei lavoratori”
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