Hanno deciso di sottoscrivere una petizione i sindacati di Polizia penitenziaria per denunciare le precarie condizioni di sicurezza nel carcere di Augusta, a causa di turni massacranti, ma sono pronti a rivolgersi alla Procura se la direzione della struttura non dovesse cambiare registro. Il nodo è rappresentato dal nuovo protocollo di intesa, sottoscritto, secondo i firmatari della petizione, tra la direzione carceraria ed alcune sigle sindacali che, però, nella ricostruzione di chi lo contesta, metterebbe in seria difficoltà gli agenti di Polizia penitenziaria.

“L’attuazione del Pil (protocollo di intesa locale) del 6 Aprile rappresenta – spiegano Michele Pedone (Uspp) – Sebastiano Bongiovanni (Sippe) Angelo Scarso (Fns Cisl) e Massimiliano Di Carlo (Cnpp) –  l’ennesimo disagio professionale per la stragrande maggioranza dei lavoratori del corpo di Polizia penitenziaria in servizio presso la casa reclusione di Augusta”

“Ritenendo che i contenuti del medesimo Pil non rispecchiano – dicono i firmatari della petizione – la volontà della maggioranza dei lavoratori ma esclusivamente l’interesse di una minima parte di essi e di qualche sigla sindacale da cui, nel’occasione, ci dissociamo, non riconoscendola, per il caso specifico, come organo rappresentante dei lavoratori, alla direzione dell’istituto penitenziario di Augusta, chiediamo di accogliere la presente manifestazione di dissenso e revocare/abolire il Pil in questione”.

“Chiediamo, quindi, di ripristinare in toto la precedente organizzazione – spiegano Michele Pedone (Uspp) – Sebastiano Bongiovanni (Sippe) Angelo Scarso (Fns Cisl) e Massimiliano Di Carlo (Cnpp) – del lavoro in attesa di eventuali ulteriori proposte migliorative per il benessere dei lavoratori che portino ad un progetto comune e condivisibile da tutti. Si precisa che la condivisione e sottoscrizione del presente documento della maggior parte dei Poliziotti penitenziari in servizio presso la casa circondariale di Augusta è frutto reale della personale e incondizionata decisione di ognuno di essi, firmatari del presente documento”

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