Dopo il caso del dipendente dell’Ufficio tributi del Comune di Siracusa, si è scoperto che altri 3 impiegati sono risultati positivi al Covid19. I locali di via De Caprio, nella zona di Grottasanta, rimangono chiusi per la sanificazione ma c’è preoccupazione adesso che il numero delle persone positive possa aumentare, tra gli stessi impiegati ed i familiari. L’Asp, come da protocollo, ha avviato gli accertamenti per provare a stringere la curva del contagio, compito non facile ma il pericolo di un focolaio è dietro l’angolo.

Un focolaio accertato nel Siracusano è quello esploso in una casa di riposo di Augusta, come annunciato dal sindaco, Giuseppe Di Mare, per cui il numero dei positivi è di 25. Il primo cittadino ritiene la situazione sotto controllo: a quanto pare il contagio sarebbe stato arginato, di certo la preoccupazione dei familiari degli anziani e degli operatori è alta.

“Agli ospiti della struttura, al personale ed alla proprietà – dice il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare – va il mio abbraccio. L’appello per tutti è di prestare molta attenzione, dunque indossate la mascherina e mantenete le distanze. Sono certo della nostra responsabilità e dobbiamo dimostrarlo in occasione della feste di Natale”.

Ed a proposito di Natale, il governo prepara la stretta per le festività natalizie anche se le ipotesi sono ancora tutte sul tavolo presentate ieri alle Regioni. La prima è quella sostenuta dai ‘rigoristi’, vale a dire una zona rossa per tutta l’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio anche se il compromesso più probabile prevede un’Italia in rosso dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio, otto giorni in totale in cui varrebbero tutte le regole già in vigore nelle regioni ‘rosse’: vietato ogni spostamento, non solo in entrata e in uscita dalla propria regione ma anche all’interno del comune di residenza, salvo comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. E sarebbero chiusi tutti i negozi (ad eccezione di alimentari e farmacie) nonché ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie. Di fatto, si potrebbe uscire da casa solo per fare attività motoria, ma “in prossimità della propria abitazione” o attività sportiva “in forma individuale”.

C’è poi un’ulteriore ipotesi, più soft, che prevede l’istituzione di una zona arancione per tutta Italia dalla vigilia di Natale alla Befana o, in alternativa, nei giorni prefestivi, vale a dire il 24, il 31 dicembre e il 2 gennaio. Le misure previste in questa fascia consentirebbero di bloccare comunque gli spostamenti all’esterno del proprio comune e di chiudere bar e ristoranti – due degli interventi invocati dai tecnici per evitare che vi siano pranzi, cene e ritrovi nelle case o nei locali – mentre resterebbero aperti i negozi.