Non sarebbe stata sorto solo da una questione di ordine pubblico il divieto di assembramento, imposto dal Prefetto di Siracusa, agli operai del polo industriale di Priolo-Gargallo. Dietro ci sarebbero volontà politiche provenienti dal Ministero dell’Interno su amichevole invito dell’ambasciatore russo in Italia alla persona di Matteo Salvini. È un vero e proprio terremoto quello che scuote i palazzi romani, sorto da un caso di provincia, riportato stamani dall’edizione di Siracusa de La Sicilia che ha pubblicato anche la lettera al “Caro Matteo”.

Ad intervenire duramente sul caso della raffineria siracusana è il presidente della Commissione Antimafia dell’Ars Claudio Fava che definisce “ridicola” la richiesta avanzata dai russi all’Italia, una richiesta prontamente accolta. “Che l’ambasciatore russo – dice Fava – chieda al Governo italiano di vietare manifestazioni sindacali davanti ai cancelli della Lukoil, una raffineria russa con i suoi stabilimenti in Sicilia, è cosa ridicola. Che qualcuno lo prenda sul serio è imbarazzante. Che poi il Ministro dell’Interno scriva al prefetto di Siracusa chiedendogli di proibire ogni assembramento davanti a quegli stabilimenti è cosa grave e offensiva”.

Claudio Fava, commenta la vicenda del divieto di manifestazioni agli stabilimenti Isab di Priolo, dopo una richiesta in tal senso da parte delle autorità russe: “La Sicilia torna ad essere una colonia in cui neppure il diritto di sciopero dev’essere riconosciuto se non aggrada a Salvini e ai suoi amici russi. Roba da Medioevo”.

E il senatore del Pd Davide Faraone annuncia che sfiderà l’ordinanza del Prefetto che impone lo stop ai blocchi in portineria nella zona industriale, con un sit-in, venerdì, 26 luglio, alle 11, a Priolo, davanti i cancelli della Lukoil. “Il ministro dell’Interno Salvini – spiega Faraone – deve spiegarci perché si rifiuta di rispondere in Parlamento in merito alle sue relazioni con la Russia e, nel caso dell’Isab di Priolo, risponde immediatamente signorsì alle rimostranze dell’ambasciatore russo Razov, impedendo ai lavoratori il sacrosanto diritto di manifestare per difendere il proprio posto di lavoro. È inconcepibile che un ministro, avendo giurato di essere fedele alla Repubblica e alla Costituzione e di esercitare la sua funzione nell’interesse esclusivo della Nazione, si pieghi agli interessi economici di potenze straniere, sacrificando la libertà di manifestare nel nostro Paese. Se questo non è alto tradimento, cos’è?”.

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