E’ infiammato a Siracusa il dibattito attorno alla revisione del Piano paesaggistico soprattutto dopo il no del Comune e della Soprintendenza al progetto per la costruzione di un resort in contrada Ognina.

A chiedere dei “ritocchi” sono i costruttori, riuniti attorno all’Ance, presieduta dall’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Siracusa, Massimo Riili, ma l’amministrazione del sindaco Francesco Italia non intende, al momento,  prenderli in considerazione.

L’intervento dell’ex sindaco Visentin

Sulla vicenda è intervenuto l’ex sindaco di Siracusa, Roberto Visentin, che ha guidato una giunta di Centrodestra, negli anni in cui la Regione approvò il Piano paesaggistico.

“Mi diedero del cementificatore”

L’ex esponente di Forza Italia, in una lettera aperta, ha ricordato che provò a dissuadere l’amministrazione dell’isola a rendere meno rigidi i vincoli ambientali, salvo poi essere etichettato come  “un cementificatore che non aveva a cuore le sorti della nostra città e del suo ambiente, fino ad arrivare a distribuire sotto palazzo Vermexio volantini che paragonavano la mia Giunta alla “Giunta Ciancimino” del famoso “sacco di Palermo” scrive Visentin.

“Il silenzio del Centrodestra”

Nel suo intervento, Visentin afferma che gli voltarono le spalle anche i partiti del Centrodestra, trincerati nel silenzio, “timorosi di essere anche loro accusati, nei salotti buoni della città (frequentati dall’intellighenzia siracusana e da ambientalisti snob dell’ultima ora), di voler cementificare il nostro territorio”.

“Confindustria tiepida”

L’ex sindaco ne ha anche per Confindustria, ora, con il presidente di Ance, Massimo Riili, in prima linea per la revisione del Piano. “Anche Confindustria, che oggi, a mezzo di un suo autorevole esponente, critica pesantemente il Piano, all’epoca ebbe una posizione tiepida e di certo più vicina a quella del centro-sinistra”.

Ricorso al Tar ritirato da Garozzo

Visentin, nella sua lettera aperta, ha anche illustrato le ragioni per cui, in quel periodo, chiese degli accorgimenti al Piano, disponendo anche un ricorso al Tar di Catania, “poi ritirato dalla successiva amministrazione di
centro-sinistra presieduta dal sindaco Garozzo”.

“La Regione fece tutto da sola”

Secondo Visentin, le ragioni del suo ricorso si fondavano su alcuni aspetti, tra cui la decisione della Regione di calare il Piano senza aver consultato il Comune. “La Regione non concertò un bel nulla comunicò soltanto quali erano le scelte operate alle quali ogni Comune doveva adeguarsi”. Inoltre, “si chiedeva solo, nella redazione del Piano, il rispetto delle procedure e di tenere in debito conto lo stato di fatto della nostra realtà territoriale”.

Ora si rispetti il Piano

“Oggi il Piano paesaggistico è legge e va rispettato e applicato, piaccia o non piaccia” taglia corto l’ex sindaco di Siracusa, Roberto Visentin.

Le domande

“Perché, all’epoca, coloro i quali oggi contestano il Piano Paesaggistico non aderirono alle richieste di un
costruttivo confronto?”

“Per quale motivo le amministrazioni successive non hanno provveduto ad adeguare il P.R.G. al Piano
Paesaggistico? Avrebbero potuto modificare e porre rimedio alle scelte di un Piano regolatore da loro
definito “scellerato”.