ROMA (ITALPRESS) – “Non è più un’emergenza, è un fenomeno strutturale di dimensioni drammatiche che affonda le radici in una cultura che non accetta la libertà e l’emancipazione femminile”. E’ quanto afferma Mara Carfagna, presidente di Azione, in una intervista a La Repubblica parlando del fenomeno dei femminicidi. “Dinnanzi all’ennesima tragedia la politica non può più indugiare. E’ il motivo per cui chiederò un incontro alla premier Meloni perchè la lotta contro la violenza sulle donne diventi una priorità condivisa. A ottobre dello scorso anno ho depositato con le colleghe Gelmini e Bonetti un ddl che rafforza gli strumenti di prevenzione, protezione e repressione. L’iter non è mai stato avviato. Solo a giugno l’esecutivo ha presentato un provvedimento analogo ma ha preferito la forma ‘lentà del disegno di legge all’urgenza del decreto legge. Hanno usato i decreti persino per i rave o la lotta al granchio blu: 80 femminicidi in un anno sembrano meno urgenti?”.
Carfagna spiega i provvedimenti chiesti nel disegno di legge:
“Un uso più largo del braccialetto elettronico, il fermo immediato dei violenti quando esiste concreto pericolo per le donne, il sostegno economico a chi fugge dalla violenza,l’estensione dei casi di procedibilità d’ufficio, la tutela delle vittime di aggressioni da parte delle forze di polizia. Norme che danno una risposta alle tante che non denunciano per paura, che hanno il terrore di essere lasciate sole e di non essere protette, che vivono nell’angoscia che il loro aggressore ritorni libero o che possa molestarle di nuovo”-
Carfagna spiega i provvedimenti chiesti nel disegno di legge:
“Un uso più largo del braccialetto elettronico, il fermo immediato dei violenti quando esiste concreto pericolo per le donne, il sostegno economico a chi fugge dalla violenza,l’estensione dei casi di procedibilità d’ufficio, la tutela delle vittime di aggressioni da parte delle forze di polizia. Norme che danno una risposta alle tante che non denunciano per paura, che hanno il terrore di essere lasciate sole e di non essere protette, che vivono nell’angoscia che il loro aggressore ritorni libero o che possa molestarle di nuovo”-
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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