Il gup del tribunale di Trapani, Massimo Corleo, ha assolto perchè il fatto non costituisce reato Anna Maria Montemagno, 50 anni, accusata di intestazione fittizia delle quote e della carica sociale di presidente della cooperativa Benessere, in concorso con l’ex deputato regionale Norino Fratello, arrestato nel luglio del 2018 nell’ambito di un’ampia inchiesta sulle cooperative dedicate all’accoglienza dei migranti. L’ex deputato, accusato, oltre che di intestazione fittizia, di bancarotta fraudolenta, tentata estorsione ed altro, è stato rinviato a giudizio insieme ad altri 12 imputati, mentre la Montemagno, difesa dall’avvocato Baldassare Lauria, è stata giudicata con il rito abbreviato.
L’avvocato Lauria: “Nessuna elusione”
“E’ stata dimostrata – afferma Lauria in una nota – l’assenza di alcuna finalità da parte della mia assistita di favorire l’ex deputato ad eludere le norme previste dalla normativa antimafia per i sottoposti a misure di prevenzione”. L’ex parlamentare alcamese, pur avendo patteggiato la pena di un anno e mezzo per un’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e successivamente riabilitato dal tribunale di sorveglianza, non è mai stato sottoposto a misura di prevenzione, né poteva esserlo per mancanza dei presupposti di legge.
Il mese prossimo il processo ordinario
Il prossimo 18 novembre inizierà il dibattimento davanti il tribunale di Trapani, presieduto da Daniela Troja, nei confronti dell’ex deputato Fratello e degli altri imputati: “Appare evidente – aggiunge Lauria – che l’assoluzione della Montemagno cambia la prospettiva del processo, se non altro nei confronti degli imputati che rispondono del medesimo reato di intestazione fittizia”.
I nomi degli altri indagati
Nomi di spicco sono venuti fuori da questa indagine: dall’ex deputato regionale Norino Fratello, al fratello Salvatore, per arrivare anche all’ex vicepresidente del consiglio comunale di Alcamo Gaetano Calvaruso. L’elenco con loro si allunga a vari presunti prestanome e fiancheggiatori: Maria Adragna, Davide Amodeo, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Antonino D’Angelo, Sebastiano D’Angelo, Maria Fileccia, Baldassare Marchese, Patrizia Messina e Marisa Oliveri. Tutti sono indagato con accuse a vario titolo per estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale e mancato versamento dei contributi. La conclusione delle indagini è arrivata dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti Sara Morri e Francesca Urbani.
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