Il gup del tribunale di Trapani, Massimo Corleo, ha assolto perchè il fatto non costituisce reato Anna Maria Montemagno, 50 anni, accusata di intestazione fittizia delle quote e della carica sociale di presidente della cooperativa Benessere.
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Francesco De Marco era accusato di essere prestanome dei Graviano
La storia paradossale e inquietante del "palazzinaro-posteggiatore" è raccontata oggi sul Giornale di Sicilia. La parabola di successo di Francesco De Marco, che era accusato di essere prestanome dei Graviano. Restituiti beni per 7 milioni di euro.
Il rischio di vedersi confiscare i beni, lo avrebbe, secondo l'accusa, indotto a cedere fittiziamente le proprie quote aziendali a dei prestanome per poi farne confluire capitali e beni patrimoniali in due nuove imprese, la "Carni del Golfo" e la "Tir Italia", che lo vedrebbero solo come lavoratore dipendente.
Gli arrestati sono accusati di riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, tutti con l’aggravante mafiosa.
A dirigere le aziende ci sarebbe stato Valerio Longo, marito di Monica Rinzivillo, uomo di fiducia della "famiglia", indicato dagli inquirenti come "dominus de facto" dell'intera strategia criminale, con l'aiuto del pregiudicato Rocco Palmeri.
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le indagini scaturite dall'operazione eleio del 2010
Nel 2006 Maniscalco, ritenuto vicino a Totò Riina, era già stato condannato per mafia e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Non poteva dunque, intestarsi bene. Aveva iniziato così a costruire la sua rete di prestanome.