Un vasto giro di appalti truccati per finanziare il clan, la famiglia e la latitanza di Matteo Messina Denaro. Un sistema, ancora molto vitale, che ha tra i suoi snodi imprese e dipendenti pubblici.

E’ quanto emerso dall’operazione “Ebano” che ha inferto un altro duro colpo alla rete economica e di protezione del padrino di Castelvetrano. Scattata all’alba, ha visto impegnati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani e del Ros, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Dda, a carico dell’imprenditore Rosario Firenze, 45 anni; ai domiciliari il suo faccendiere, il geometra Salvatore Sciacca, 43 anni.

Divieto di esercizio d’impresa agli imprenditori Giacomo Calcara, 38 anni, Benedetto Cusumano, 68 anni, Fedele D’Alberti, 41 anni, e Filippo Tolomeo, 36 anni, tutti di Castelvetrano.

Ad altre quattro persone e’ stata notificata un informazione di garanzia: si tratta dei due fratelli di Firenze e di due dirigenti del Comune di Castelvetrano. Sequestrati beni per 6 milioni di euro e perquisiti gli uffici del Municipio il cui Consiglio e’ commissariato da mesi, a seguito delle dimissioni in massa dei suoi componenti decise contro l’ingombrante presenza di un esponente intercettato mentre tesseva le lodi del boss.

Il sindaco Felice Errante ha assicurato “massima collaborazione” e chiesto di “fare piena luce”. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, alla fittizia intestazione di beni e turbata liberta’ degli incanti.

L’attività, condotta sin dal gennaio 2014, e che si inquadra nell’ambito dell’azione investigativa finalizzata alla cattura del superlatitante, ha permesso di documentare la vitalità della cosca mafiosa di Castelvetrano, soprattutto nell’infiltrazione nei lavori pubblici e privati.

In particolare, l’imprenditore Rosario Firenze, nonostante il provvedimento interdittivo emesso dalla prefettura di Trapani, era riuscito, attraverso la fittizia intestazione delle società ai fratelli, a partecipare alle gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici come la realizzazione della condotta fognaria di via Maria Montessori, la manutenzione ordinaria di strade e fognature comunali nel 2014 e la demolizione di fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area autoparco comunale di piazza Bertani.

E’ riuscito inoltre ad aggiudicarsi sub appalti da ditte compiacenti alle quali, grazie alle protezioni di cui godeva all’interno dell’ufficio tecnico del Comune di Castelvetrano, faceva assegnare numerosi pubblici incanti, intervenendo sulla presentazione delle percentuali d’offerta a base d’asta. Firenze da anni riusciva a essere uno degli imprenditori edili di riferimento di Cosa nostra nel territorio del Belice, versando periodicamente ingenti somme di denaro alla famiglia anagrafica di Matteo Messina Denaro, per il sostentamento della latitanza e delle esigenze del nucleo familiare.

Inoltre le dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa, (cugino del latitante), hanno fornito importanti conferme al quadro accusatorio. Altro elemento di spicco, tratto in arresto nell’operazione è il geometra Salvatore Sciacca, dipendente della ditta Firenze Massimiliano Sas, che manteneva i rapporti con i dirigenti comunali, insieme ai due fratelli di Firenze e a quattro imprenditori edili castelvetranesi titolari di due imprese satelliti, la Concordia costruzioni e la Multicostruzioni soc.

Le informazioni di garanzia sono state notificate invece ai fratelli di Rosario Firenze e a due funzionari del Comune di Castelvetrano, già dirigenti dell’ufficio tecnico nei confronti dei quali è stata anche eseguita una perquisizione presso gli uffici comunali dove e’ stata sequestrata la documentazione relativa alle gare d’appalto truccate.

I carabinieri hanno inoltre proceduto al sequestro delle due ditte, e del complesso aziendale, riconducibile a Rosario Firenze. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 6 milioni di euro.

Nel corso dell’operazione sono indagati anche due fratelli di Rosario Firenze e due dirigenti comunali che avrebbero fornito a ditte compiacenti ritenute vicine a Cosa Nostra indicazioni precise sui ribassi nelle offerte per l’aggiudicazione delle gare d’appalto.

I due dirigenti, è stato sottolineato dai carabinieri nel corso della conferenza stampa tenutasi al comando provinciale di Trapani, nel corso delle indagini sono stati trasferiti in altri settori nell’ambito di una rotazione disposta dal sindaco di Castelvetrano, Felice Errante.

La rotazione è stata disposta dopo la pubblicazione sulla stampa di alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa circa le “amicizie” di Firenze in seno alla macchina amministrativa del Comune. Le indagini proseguono e non si escludono ulteriori sviluppi.