I carabinieri fanno luce nel Trapanese su un caso di furto con il cosiddetto metodo del cavallo di ritorno”. Ad essere stato rubato un motorino e per la sua restituzione furono chiesti dei soldi. I due presunti autori sono stati denunciati lo scorso fine settimana. Un’operazione che è stata a largo raggio e che ha portato anche ad altre tre segnalazioni alla Procura per svariati reati.

Il furto

Il caso del furto, avvenuto a Castelvetrano, ha riguardato due soggetti di nazionalità straniera, di cui uno irregolare sul territorio nazionale, entrambi denunciati. A conclusione di una minuziosa attività investigativa sono stati ritenuti presunti responsabili del furto in concorso, con un altro connazionale arrestato nel giugno scorso, di un ciclomotore e della sua successiva ricettazione. All’epoca dei fatti il ciclomotore veniva restituito alla vittima senza la targa per la quale veniva chiesta la cifra di 100 euro per la consegna.

Il contesto operativo

Denunce che sono maturate nel contesto di un’attività dei carabinieri della compagnia di Castelvetrano che hanno eseguito una serie di controlli incentrati sul rispetto del codice della strada.

Le altre tre denunce

All’esito degli accertamenti sono stati denunciati due giovani di 24 e 25 anni di Mazara del Vallo e Castelvetrano, entrambi gravati da precedenti di polizia, sorpresi alla guida delle proprie autovetture con un tasso alcolemico superiore di gran lunga ai limiti consentiti dalla legge.  Un altro castelvetranese, residente a Partanna, di 36 anni, invece è stato denunciato per essersi messo alla guida della sua auto senza patente perché ritirata, con reiterazione nel biennio. L’auto è stata sequestrata in quanto sprovvista di copertura assicurativa.

Altro arresto nel luglio scorso

Sempre nel Trapanese vi fu un altro arresto sempre per il reato commesso attraverso il cavallo di ritorno. I carabinieri della stazione di Borgo Annunziata hanno arrestato un pregiudicato trapanese di 38 anni. Le manette scattarono in seguito a un ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica della corte di appello di Palermo. L’uomo, che era ai domiciliari dallo scorso novembre, doveva scontare una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per una condanna pregressa per il reato di tentata estorsione in concorso commesso nell’anno 2015. Nel settembre 2016 il 38enne è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Trapani, assieme ad altri due uomini, a seguito di un’indagine che aveva fatto emergere sul conto dello stesso gravi indizi di colpevolezza in merito al reato per il quale è stato condannato in quanto avrebbe, in almeno tre occasioni, tentato di farsi consegnare un compenso in denaro per la restituzione di refurtiva alle stesse vittime poco prima rubata. L’uomo, dopo l’arresto, è stato rinchiuso nel carcere “Pietro Cerulli” di Trapani.

Articoli correlati