L’ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale, Girolamo Fazio è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione nel processo nato dall’inchiesta “Mare monstrum”. Contestato l’articolo 318 del codice penale, la cosiddetta corruzione impropria.

Interdizione per 5 anni dai pubblici servizi

Il tribunale ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la confisca di 200 mila euro, oltre al pagamento di 200 mila euro di danni alla Regione e di 50 mila euro nei confronti della presidenza della Regione.

Assolto da altre accuse

Fazio è stato assolto dalle accuse di rivelazione di segreto d’ufficio e traffico di influenze.

L’accusa aveva richiesto la condanna a 9 anni

I pm Franco Belvisi e Brunella Sardoni avevano chiesto la condanna a nove anni di reclusione.

Gli avvocati difensori sono Michele Cavarretta e Lillo Fiorello. L’indagine aveva portato alla luce un giro di mazzette alla Regione siciliana in cambio di favori sui contributi pubblici per i collegamenti con le isole minori. Nell’inchiesta erano stati coinvolti gli armatori Morace.

I giudici hanno riconosciuto Fazio colpevole per avere fatto “mercimonio” del proprio incarico di parlamentare all’Ars. E questo a favore degli armatori Vittorio ed Ettore Morace, i proprietari della compagnia navale veloce Liberty Lines (ex Ustica Lines), e dell’ex amministratore delegato della ditta “Stefania Mode”, Aldo Carpinteri. Pena inflitta più bassa rispetto a quella chiesta dai pm, in quanto per i giudici la corruzione non ha riguardato l’induzione a compiere atti non leciti. Il deputato Fazio ha ottenuto denaro e favori per mettersi a disposizione delle due compagini imprenditoriali.

I giudici, il collegio era presieduto dal giudice Agate, a latere Bandiera e Cantone, hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura per l’ipotesi di falsa testimonianza, per le posizioni dell’avvocato Carlo Morace, nipote e cugino rispettivamente di Vittorio ed Ettore Morace, e del dirigente dell’Irsap, ingegnere Pietro Re.