• “Verità per Denise”, si legge nello striscione di otto metri
  • Monsignor Mogavero ha accolto l’appello dell’associazione Arco
  • Il prelato: “È ora di chiedere tutti uniti ad alta voce: ridateci Denise”

Il messaggio è eloquente: “Verità per Denise“. È questa la frase scritta sullo striscione di otto metri che è stato esposto questo pomeriggio nel balcone del palazzo vescovile di piazza della Repubblica a Mazara del Vallo.

Nello striscione compare anche il logo della Diocesi e la foto della piccola Denise Pipitone, scomparsa il 1° settembre 2004. Il vescovo monsignor Domenico Mogavero ha raccolto subito l’appello dell’associazione Arco di Marsala che ha invitato tutti – enti pubblici, associazioni e privati cittadini – ad esporre un cartello con la frase “Verità per Denise”.

Monsignor Mogavero ha detto: “Sta emergendo, oggi più tristemente e drammaticamente che nel passato, che Denise e i suoi familiari sono stati travolti da un’ondata malefica e colpevole di bugie, omissioni, omertà e silenzi. È ora di fermare e spazzare via questi veleni e di chiedere tutti uniti e ad alta voce: ridateci Denise”.

Ieri l’incontro con i seminaristi

Ieri i genitori di Denise, Piera Maggio e Pietro Pulizzi, hanno incontrato i giovani seminaristi guidati da don Davide Chirco. A loro, hanno raccontato il martirio che vivono da 17 anni. “Insieme abbiamo pregato per loro e la figlia scomparsa –  ha detto don Davide Chirco, direttore e assistente per la formazione dei seminaristi – quello di Denise è un dramma che riguarda Mazara del Vallo e l’Italia intera. Vogliamo credere che un giorno sarà gettata luce su questa triste vicenda e che la giustizia faccia il suo corso. A Piera e Pietro abbiamo detto che la Chiesa è vicina alla loro sofferenza e che porteremo nel cuore il ricordo indelebile della loro testimonianza e l’impegno giornaliero del ricordo nella preghiera”.

La madre, Piera Maggio, intercettata

Intanto è emerso che Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, è stata soggetta a intercettazioni ambientali. Come riportato su PalermoLive.it, ne ha dato notizia il giornalista Milo Infante durante la trasmissione Ore 14, su Raidue.

La madre di Denise, infatti, qualche anno fa, ha trovato delle microspie all’interno delle prese elettriche della sua abitazione. Inoltre, portando la sua auto dall’elettrauto perché la batteria si scaricava spesso, Piera Maggio scoprì che all’interno del suo abitacolo era stato nascosto un impianto di intercettazione.

Qualche giorno fa, invece, in collegamento telefonico con Quarto Grado, la trasmissione di Rete 4, Piera Maggio ha detto: “I rom non hanno rapito Denise. Forse la bambina è stata data ai rom successivamente, ma chi ha preso mia figlia sotto casa sapeva quello che faceva” perché “Denise non era solita dare confidenza agli estranei. Probabilmente aveva già visto le persone che l’hanno portata via”.
E ancora: “Chi ha fatto questo aveva intenzione di farlo: non è stata una cosa improvvisata. Lei non stava giocando fuori casa, da sola sul marciapiede. Aveva quattro anni ed era nell’androne, con il cugino e mia mamma. A un certo punto ha rincorso il suo cuginetto e da lì non ha più fatto ritorno a casa. È successo quello che non doveva succedere, perché i bambini non si toccano”.