L’esito delle elezioni di Trapani non cambia, né per il sindaco né in consiglio comunale. I giudici della prima sezione del Tar di Palermo presieduta da Salvatore Veneziano ha respinto due ricorsi presentati per contestare l’esito delle urne nelle elezioni del primo cittadino e dell’assise che si sono tenute lo scorso 28 e 29 maggio.
Il ricorso
Maurizio Miceli candidato a sindaco ha presentato un ricorso per contestare il successo ottenuto da Giacomo Tranchida, mentre Giovanna Romano contestava la sua mancata elezione a consigliere comunale perché ci sarebbero stati errori in alcune sezioni e plurime irregolarità nel corso dello scrutinio.
La sentenza
Secondo i giudici amministrativi come ribadito da altre sentenze “l’interessato non può limitarsi a rappresentare presunte scorrettezze nelle operazioni elettorali, ma è necessario che fornisca almeno un principio di prova, in termini indiziari, sul fatto che le irregolarità censurate abbiano determinato l’attribuzione al ricorrente di un numero di voti inferiore a quello effettivamente espresso dal corpo elettorale oppure, specularmente, con riferimento alla posizione del controinteressato, il conteggio di un numero di preferenze superiore a quelle legittimamente riconoscibili – si legge nella sentenza – Vengono in rilievo mere irregolarità formali nella verbalizzazione ed errori nella materiale trascrizione dei dati, non inficianti la libera espressione del voto, i quali in ossequio al principio di strumentalità delle forme – e in assenza di alcun ulteriore elemento e/o dato concreto dal quale potere desumere l’alterazione del risultato elettorale – non possono inficiare la validità delle relative operazioni”. Il candidato a sindaco è stato condannato a pagare 10 mila euro di spese legali, il candidato al consiglio a 6 mila euro.
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