Assolti il “re dell’eolico” Vito Nicastri di Alcamo e l’agronomo di Vita Melchiorre Leone nell’ambito del processo scaturito per mafia ed estorsione. Si tratta del troncone in abbreviato sfociato dopo l’operazione antimafia “Pionica” nel Trapanese. La corte d’appello di Palermo ha quindi scagionato Nicastri dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Melchiorre invece era imputato per estorsione aggravata. Una travagliata trafila per i due: condannati in primo grado e assolti in appello, poi la cassazione aveva rimandato tutto all’appello per riformulare la sentenza. Adesso arriva una nuova assoluzione.

L’origine dell’inchiesta

L’operazione “Pionica” prende il nome da una contrada di Santa Ninfa dove c’è un’azienda di 60 ettari appartenuta a Giuseppa Salvo, di Salemi. Da evidenziare che nel processo in ordinario ancora in corso ci sono 6 imputati. Secondo l’originaria accusa, Michele Gucciardi e Melchiorre Leone avrebbero prima scoraggiato i possibili acquirenti dell’azienda. Ma in seguito l’alcamese Roberto Nicastri, fratello del “re dell’eolico”, dopo averla comprata all’asta per 130 mila euro per rivenderla a 530 mila euro alla “Vieffe” dei palermitani Vivirito e Ficarotta, ha preteso per questi ultimi i diritti di reimpianto dei vigneti. I cosiddetti “catastini” che la Salvo, parte civile nel processo, sostiene che avrebbe potuto vendere e con il ricavato pagare i debiti dell’azienda e mantenere la proprietà dei terreni. Grazie a quei “catastini” la “Vieffe” ottenne due finanziamenti comunitari: uno di 420 mila e l’altro di 120 mila euro. Ovviamente per Leone e Nicastri, alla luce dell’assoluzione, le accuse non hanno retto. La motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

La figura di Nicastri

Nicastri per gli inquirenti sarebbe uno dei “finanziatori” della latitanza del capomafia latitante Matteo Messina Denaro. Il Financial Times anni fa lo definì il “signore del vento” usando una immagine suggestiva che rendeva perfettamente l’idea di chi fosse l’imprenditore alcamese. L’uomo che, iniziando come elettricista di paese, è riuscito a mettere su una fortuna da oltre un miliardo di euro, puntando per primo sulle energie alternative.

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