Si apre domani al tribunale di Trapani il processo per 21 soccorritori che salvarono all’annegamento alcuni migranti naufragati col loro barchino. Una vigilia ad alta tensione con le Ong a protestare perché “criminalizzate” dalla giustizia nonostante il loro obiettivo sia solo quello di salvare vite umane.
Il “diritto umano alla vita”
“Ventuno soccorritori in mare sono stati accusati penalmente per aver salvato le persone dall’annegamento. Queste misure non devono mai diventare la normalità. Deve sempre ferirci profondamente nei nostri cuori, perché altrimenti perdiamo niente di meno che il diritto umano alla vita”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta le Ong Sea Eye, German Doctors, Refugee Rescue e United4Rescue, che conducono operazioni di soccorso in mare come organizzazioni partner con la nave di soccorso Sea eye 4, alla vigilia dell’udienza preliminare che si svolgerà domani a Trapani nei confronti di 21 persone accusate di “favoreggiamento all’ingresso non autorizzato in Italia”.
Un processo come deterrente
“I soccorritori in mare – prosegue la nota – siederanno sul banco degli imputati come deterrente. L’intero processo con la sua indagine di 5 anni persegue un solo obiettivo: la deterrenza. Dopo che gli Stati membri dell’Ue hanno cessato le loro operazioni di soccorso in mare nel Mediterraneo nel 2015, hanno iniziato a bloccare o ostacolare il lavoro salvavita delle organizzazioni di soccorso in mare. Pertanto, le navi di soccorso sono state arrestate e lo sbarco delle persone soccorse è stato ritardato o negato. Tutte queste misure fanno parte di una crudele politica di chiusura che non esita a criminalizzare e perseguire i soccorritori in mare”.
Chiesta immediata chiusura del procedimento
Sea-Eye, German Doctors, Refugee Rescue e United4Rescue “si oppongono fermamente a questa disumana politica di deterrenza e chiedono l’immediata chiusura del procedimento contro i soccorritori. L’Ue deve finalmente sostenere e proteggere le persone in fuga invece di criminalizzarle e rinchiuderle in campi sovraffollati”. Per porre fine alle morti nel Mediterraneo le Ong chiedono “l’introduzione di un programma europeo di soccorso in mare e la creazione di passaggi legali e sicuri”. Inoltre, in concomitanza con l’udienza di domani a Trapani, si svolgerà una giornata di azione in Germania, dove i gruppi Sea-Eye e gli attivisti di Seebrücke e altre organizzazioni scenderanno in piazza.
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