“Cosa Nostra è viva e ancora forte, ma ha avvertito il colpo indubbiamente, sia riguardo alla provincia trapanese, della quale Messina Denaro era a capo, sia attraverso le altre province mafiose che guardavano a questa figura come un simbolo. Verranno avviati rapporti dialettici all’interno dell’organizzazione, nella provincia trapanese e nelle altre province, perché comunque andrà individuato un nuovo capo dell’organizzazione. Il lavoro va avanti per individuare compiutamente la rete di favoreggiamento e le ricchezze, ovvero i settori dell’economia che erano controllati da imprenditori vicini all’organizzazione”. Così il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, a Cinque Minuti, in merito alla morte del boss Matteo Messina Denaro.

“Mafioso irriducibile”

“Un mafioso irriducibile come Matteo Messina Denaro può dire qualsiasi cosa – ha aggiunto Angelosanto –. Dopo l’arresto ha sostenuto di non essere mafioso, di non essere mai stato nell’organizzazione e che ha mantenuto rapporti con Provenzano solo perché entrambi latitanti e quindi per solidarietà con lui”.

Torna a Castelvetrano la salma

Sarà seppellito nella cappella di famiglia a Castelvetrano il boss Matteo Messina Denaro morto poco prima delle due della notte nell’ospedale dell’Aquila. La cerimonia, dunque, privata e molto breve. Si terrà direttamente nel cimitero di Castelvetrano, nella stessa cappella di famiglia dove sarà posto accanto al padre Francesco, capomafia della provincia di Trapani alla fine degli anni ’80, morto d’infarto durante la latitanza.

Vietati i funerali pubblici

Per motivi di ordine pubblico e per esigenze investigative, la questura di Trapani disporrà alcune misure anche per controllare chi parteciperà all’ultimo saluto. Vietati i funerali pubblici a prescindere dalle ultime volontà del boss che aveva lasciato detto di non volere un funerale religioso.

Le esequie, però, dovranno aspettare. La Procura dell’Aquila, di concerto con quella di Palermo, ha disposto l’autopsia sulla salma di Matteo Messina Denaro. L’autopsia verrà eseguita nell’ospedale dell’Aquila.

Ospedale blindato in vista dell’autopsia

E l’ospedale ‘San Salvatore’ è blindatissimo fin dalle ore immediatamente successive alla morte, avvenuta nel cuore della notte, del boss mafioso, ricoverato dall’8 agosto scorso per l’aggravarsi delle condizioni di salute a causa del tumore al colon. L’autorità giudiziaria, attraverso i carabinieri del Ros, sta gestendo, insieme alle autorità sanitarie, le procedure post mortem. In particolare, off limits è lo spazio, che si trova nel sotterraneo del laboratorio di anatomia patologica, dove verrà effettuata l’autopsia da un professionista dell’Università di Chieti. In queste ore si sta lavorando a percorsi protetti per trasportare nel massimo riserbo la salma del boss che è stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila in regime 41 bis dal 17 gennaio scorso, il giorno dopo l’arresto avvenuto a Palermo. Per questa delicata operazione conclusiva sono state bonificate alcune zone della struttura sanitaria aquilana.

I segreti che porta con se nella tomba

Blindato sarà, successivamente, anche il trasferimento della salma per il ritorno in Sicilia e la sepoltura. Il boss porta con sé nella tomba i misteri non svelati della mafia stragista corleonese e tutti i segreti su un tesoro che avrebbe accumulato oltre ai patrimoni già sequestrati ai suoi prestanome, Un tesoro al quale la procura di Palermo da la caccia sicura che c’è ancora tanto da trovare.

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