Un bracciante agricolo e vivaista di Marsala, Nicolò Girgenti, 47 anni, è stato condannato all’ergastolo, con un periodo di isolamento diurno, dalla Corte d’assise di Trapani (presidente Piero Grillo) per l’omicidio, in concorso con ignoti, del maresciallo capo dei carabinieri Silvio Mirarchi.
Il sottufficiale fu ferito a morte con un colpo di pistola la sera del 31 maggio 2016 nelle campagne di contrada Ventrischi, nell’entroterra di Marsala, mentre con un altro carabiniere, l’appuntato Antonello Massimo Cammarata, era impegnato in un appostamento – per contrastare furti in campo agricolo- nei pressi di una serra all’interno della quale furono, poi, scoperte 6 mila piante di canapa afgana. Sette sarebbero stati, secondo gli inquirenti, i colpi di pistola esplosi da almeno due persone contro i due militari.
Girgenti è stato condannato anche a risarcire il danno ai familiari del sottufficiale ucciso, costituiti parte civile. La Corte ha disposto “provvisionali” di 300 mila euro ciascuno, immediatamente esecutive, alla moglie Antonella Anna Pizzo e ai figli Debora e Valerio Mirarchi. Mentre 180 mila euro dovrà corrispondere a Ida Bagnato, madre del sottufficiale, e 120 mila euro ciascuno alla sorella e al fratello (Giulietta e Romeo Mirarchi). Venticinquemila euro, infine, è il risarcimento danni stabilito per l’appuntato Antonello Massimo Cammarata, che la sera del 31 maggio 2016 era in servizio con il maresciallo Mirarchi e che rimase illeso.
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