Una donna denuncia i medici dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani che l’avevano operata una prima volta per un semplice fibroma. Dopo quell’intervento, però, aveva avvertito dei lancinanti dolori. Operata una seconda volta, i sanitari si rendono conto di aver dimenticato parte del tubicino drenante che le era stato installato. La vicenda è riportata dal Giornale di Sicilia.

L’intervento

La donna si era sottoposta ad un intervento chirurgico per l’asportazione di un fibroma all’utero, delle neoformazioni solide benigne che originano dal tessuto muscolare dell’utero. Per effettuare questo tipo di intervento è necessaria l’installazione di un tubicino di drenaggio necessario per l’aspirazione. Pare che parte di questo tubo sia stato sia stato dimenticato all’interno. La donna ha quindi avvertito nei giorni a seguire dei forti dolori addominali. Necessario un secondo intervento da cui poi è emersa la scoperta della dimenticanza.

La proposta di risarcimento

Ma pare che la vittima si sia imbestialita alla proposta di risarcimento avanzata dall’ospedale Trapanese. Mille e 500 euro, questa la somma secondo quanto affermato dall’avvocato della vittima di questo presunto caso di malasanità, Maurizio Miceli. Un’offerta ritenuta iniqua rispetto ai disagi e al rischio corso dalla donna.

Altro esposto nel Nisseno

Un recente esposto per presunta malasanità ha riguardato la provincia Nissena. Nel febbraio scorso è stato presentato un esposto denuncia alla questura di Caltanissetta dai familiari di Lino Lacagnina. Si tratta del giornalista di 74 anni morto all’ospedale Sant’Elia all’indomani di un intervento di riparazione per il trattamento di un’aneurisma dell’aorta addominale. Un’operazione delicatissima durata circa 8 ore e dall’elevato rischio clinico. I poliziotti della squadra mobile hanno sequestrato la cartella clinica. La salma, dopo la fine dei funerali, riportata nell’obitorio del Sant’Elia.

Un altro decesso durante intervento chirurgico al Sant’Elia

Sono 14 gli indagati, nove medici e cinque infermieri dell’ospedale Sant’Elia, per la morte di Antonella Geraldi, la 53enne nissena deceduta durante un intervento chirurgico. L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto. Il 12 gennaio è stata eseguita l’autopsia, così come disposto dal pm Dario Bonanno. La denuncia era stata presentata dai familiari di Antonella Geraldi, morta il 6 gennaio scorso. La donna era arrivata il giorno prima all’ospedale in preda a forti dolori addominali. Durante l’operazione a cui fu sottoposta si sarebbero verificate delle complicanze e la paziente è deceduta.

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