“Il Palazzo delle Poste di Trapani è un bene di notevole valore architettonico e al momento sta subendo un intervento di restauro alla facciata del prospetto principale. Abbiamo appreso da fonti di informazione che i fregi decorativi sarebbero stati rimossi e sostituiti con riproduzioni dei decori, realizzati però in polistirolo resinato. Ritengo necessario verificare se la tipologia di intervento sia corretta e se questi lavori si stiano svolgendo secondo i migliori criteri realizzativi possibili. Per questo ho già chiesto gli atti di tutte le opere in corso di esecuzione”.
Lo dice la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri, intervenendo sul restauro della facciata dello storico palazzo trapanese, realizzato in stile liberty ad opera dell’architetto La Grassa, tra il 1924 e il 1927.
“I lavori di restauro – si legge in una nota del gruppo M5S all’Ars – sono stati contestati anche attraverso una protesta organizzata da un gruppo di cittadini che venerdì scorso hanno tentato, senza riuscirci, di incontrare il sovrintendente (assente perché a Palermo) e il dirigente della sezione Architettonica (che ha rifiutato l’incontro)”.
“Ho chiesto – spiega in dettaglio Palmeri – all’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, al dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e alla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani di avere la copia del progetto, la relazione tecnica relativa al restauro e tutti gli atti autorizzatori. In particolare ho chiesto di sapere se sia stata effettivamente data l’autorizzazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali a rimuovere e sostituire gli antichi fregi ed eventualmente per quali ragioni sia stata rilasciata tale autorizzazione. Sono del parere che, in attesa di approfondire meglio la vicenda e capire se l’intervento in corso sia il migliore possibile per garantire la tutela dello storico palazzo, sarebbe opportuno sospendere ogni ulteriore attività di restauro, per preservare i fregi e le cornici originarie rimaste, in considerazione dell’importanza storico-architettonica del bene in questione”. conclude Palmeri.
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