C’è un nuovo deputato all’Ars di Fratelli d’Italia del collegio di Trapani. Così ha stabilito il tribunale di Palermo che ha accolto il ricorso di Peppe Bica contro l’elezione di Nicola Catania. Secondo i giudici Catania, risultato eletto nel settembre scorso in seguito alle elezioni regionali, avrebbe avuto un’incompatibilità.
L’incompatibilità
Il tribunale ha evidenziato che Catania, al momento dell’elezione, era ancora presidente in carica della Srr Trapani Provincia Sud. Si tratta della società di gestione di parte della provincia Trapanese per lo smaltimento dei rifiuti. Un ruolo che sarebbe stato incompatibile con quello di parlamentare regionale. Catania avrebbe quindi dovuto dimettersi prima di essere eletto e non lo avrebbe fatto.
Con la metà delle preferenze vola all’Ars
Bica ringrazia e vola all’Ars. Da considerare che il ricorrente, ex sindaco di Custonaci, aveva raccolto 3.324 preferenze risultando il primo dei non eletti in lista. Catania, anche lui ex sindaco ma di Partanna, lo ha quasi doppiato prendendo ben 6.276 voti.
Gli screzi
La notizia di questo ribaltone nel collegio di Trapani in realtà era già trapelata ben due settimane fa e immediatamente smentita da Catania. Diverse testate divulgarono questa “indiscrezione”, perché tale si trattava dal momento che la sentenza non era stata pubblicata. A questo punto resta da capire come sia potuta trapelare la notizia. Quando cominciò a divulgarsi la notizia Nicola Catania esternò la sua amarezza e c’è da giurare che sulla vicenda andrà avanti per capire cosa sia successo. “Sono esterrefatto – aveva scritto – ma al contempo preoccupato per quanto accaduto, una situazione mai verificatasi nel passato. Di certo sarà mia cura e premura far luce sulla vicenda affinché situazioni di questo tipo non abbiano in futuro più a verificarsi”.
L’oramai decaduto deputato sostenne che fu addirittura il presidente del tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, a smentire la notizia. “Una situazione confusa e poco chiara – disse sempre Catania – che ha danneggiato la mia persona, generando sconforto sui miei elettori e, ancor di più, sui miei affetti personali”.
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