Le autorità libiche hanno posto sotto sequestro due pescherecci della marineria di Mazara del Vallo (TP). L’episodio è avvenuto ieri sera e ora le due imbarcazioni ‘Antartide’, con un equipaggio composto da dieci componenti, e ‘Medinea’, con altre sei persone a bordo sono ormeggiate a Bengasi, città controllata dagli uomini del generale Khalifa Haftar.

Nella stessa area in cui si trovavano i due pescherecci, a 35 miglia dalle coste libiche, i militari hanno tentato il sequestro di altri due motopesca, “Anna Madre” di Mazara del Vallo e “Natalino” di Pozzallo che sono riusciti a fuggire, ma i due comandanti sono stati prelevati e condotti in Libia. Il caso è seguito dal comando generale delle Capitanerie di Porto e dalla Farnesina.

“Non si può lavorare, e lavorare in mare, senza certezze ne tutele. Gli equipaggi dell’Antartide e del Medinea, due pescherecci della Marineria di Mazara del Vallo, vengano immediatamente restituiti alle loro famiglie perché colpevoli solamente di avere cercato, tra mille rischi e fatiche, una onesta occasione di produrre reddito per se e i propri cari in un settore del Mediterraneo dove regna il caos come in tutto il territorio libico”.

Lo afferma il segretario della Uila Pesca Sicilia, Tommaso Macaddino, che aggiunge: “La Uila Pesca esprime solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, chiedendo un intervento efficace e rapido delle istituzioni italiane, a qualunque livello, perché i due equipaggi vengano liberati e siano finalmente assicurate garanzie alle nostre Marinerie impegnate in acque internazionali”.

“Gli undici componenti dell’equipaggio stanno bene, ma oltre a queste notizie frammentarie non possiamo metterci in contatto con loro. Aspettiamo adesso le azioni che il governo italiano farà per arrivare alla loro liberazione”. Lo dice all’Ansa Leonardo Gancitano, armatore del peschereccio Antartide sequestrato insieme al Medinea.
Altri due pescherecci, che navigavano nelle vicinanze, sono riusciti a sfuggire alla cattura. “I natanti sono stati raggiunti da due motovedette libiche”, aggiunge sconfortato l’armatore. E conclude: “speriamo che al più presto vengano tutti liberati”.

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