Due tentativi di suicidio sventanti dalla prontezza degli agenti della polizia penitenziaria. Gli episodi, accaduti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, sono accaduti all’interno del carcere di Trapani: un primo episodio ha riguardato un detenuto di origine straniera salvato in extremis mentre stava tentando di suicidarsi in cella. A renderlo noto è Rocco Parrinello, segretario provinciale del sindacato Sinappe, che ha sottolineato l’importanza dell’intervento tempestivo dell’agente in servizio al momento dell’accaduto.

Tentato suicidio in cella

Il detenuto, che secondo quanto riportato soffrirebbe di disturbi psichiatrici, si trovava solo nella sua stanza e avrebbe utilizzato una striscia ricavata da un lenzuolo, legandola all’inferriata della finestra, nel tentativo di impiccarsi.

“Il recluso in quel momento solo in cella, soffrirebbe di problemi di natura psichiatrica e si sarebbe legato al collo un pezzo di lenzuolo bloccato nel punto più alto dell’inferriata della finestra. – aggiunge il sindacalista – Fortunatamente, il poliziotto addetto al controllo della sezione detentiva nel giro di ispezione ha notato qualcosa di strano e ha lanciato lo ha soccorso e ha lanciato l’allarme. I sanitari sono riusciti a rianimarlo”

L’agente, durante un giro di controllo, ha notato qualcosa di sospetto. Insospettito, è tornato dopo pochi minuti a controllare la cella, trovandosi di fronte alla drammatica scena. Ha dato subito l’allarme e si è attivato per soccorrere il detenuto, riuscendo a mantenerlo in vita fino all’arrivo del personale sanitario, che è poi riuscito a rianimarlo.

Altro tentativo pochi giorni prima

Ma non si tratterebbe di un caso isolato: pochi giorni fa un altro detenuto, anche lui straniero, ha tentato il suicidio con modalità simili. Anche in quel caso, un giovane agente della Penitenziaria, con l’aiuto del preposto e della Sorveglianza Generale, è riuscito a impedire il peggio, salvando l’uomo.

“Ancora una volta – commenta Parrinello – gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria si sono distinti per professionalità e prontezza, riuscendo a salvare una vita e impedendo che si aggiungesse un nuovo nome alla triste lista dei suicidi in carcere. Eppure, nonostante questi gesti, raramente ricevono il riconoscimento che meritano.”