È stata ritrovata dalla polizia la Giulietta del boss Matteo Messina denaro. Proprio grazie alla macchina gli investigatori riuscirono a risalire al primo covo del boss individuato a Campobello di Mazara.

Auto che Messina Denaro avrebbe personalmente acquistato, in una concessionaria di Palermo, la Giulietta oggi individuata e
sequestrata dalla polizia, usata dal capomafia nell’ultimo anno di latitanza. I documenti della macchina sono stati trovati nel
covo di vicolo San Vito individuato martedì dai carabinieri.

Trovata grazie all’intelligenza artificiale

Nel borsello trovato al capo mafia dopo l’arresto c’era una chiave. Dal codice della chiave i pm sono arrivati alla Giulietta, poi gli investigatori hanno ricostruito, grazie ad un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capo mafia risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Ma solo ora la Giulietta è stata ritrovata. Sul posto c’è il procuratore aggiunto Paolo Guido.

Era vicino la casa di Giovanni Luppino

La Giulietta era parcheggiata in una sorta di garage, a poca distanza dalla casa di Giovanni Luppino, l’incensurato che ha accompagnato con la sua auto, una Fiat bravo, Matteo Messina Denaro alla clinica dove entrambi sono stati arrestati lunedì. L’ipotesi investigativa è che il capomafia, il giorno del blitz, sia andato in auto dal suo covo in vicolo San Vito a casa di Luppino – che vive a poca distanza dal luogo in cui la Giulietta è stata scoperta – e che insieme all’autista poi si sia diretto alla casa di cura per le terapie.

Convalidato sequestro materiali ad autista boss

Due cellulari, pizzini, ventidue fogli manoscritti con nomi in codice ma anche con nomi e cognomi di alcuni medici, post-it con numeri di cellulari, 200 euro; la foto di una donna, biglietti da visita: è il copioso materiale sequestrato a Giovanni Luppino l’autista che ha accompagnato il boss Matteo Messina Denaro in clinica nel giorno in cui entrambi sono stati arrestati.

Chi è Luppino

Luppino, accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, è in carcere. Ieri il gip ha disposto per lui la custodia cautelare. Il materiale, sequestrato dai carabinieri, per i pm che hanno convalidato il provvedimento “è indispensabile al fine della prosecuzione delle indagini per finalità probatorie trattandosi di beni rinvenuti nella disponibilità dell’autista e accompagnatore personale del noto capo mafia latitante da 30 anni e dovendosi sui beni in sequestro procedere a tutti gli accertamenti anche di tipo tecnico utili a consolidare elementi di prova a carico nelle indagini in corso sul predetto latitante nonché sulla sua stessa “rete di protezione” che ne ha di fatto garantito la latitanza”.

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