Sarebbero almeno quattro gli incontri riservatissimi tra la mafia Trapanese e quella Agrigentina ma i loro affari non sono venuti alla luce perché i boss evitavano le intercettazioni. E’ quanto emerge dall’ordinanza dell’operazione antimafia “Hesperia” scattata qualche giorno fa che ha portato a ben 70 indagati, quasi tutti della provincia di Trapani e qualcuno del Palermitano. Il mandamento di Campobello di Mazara aveva allacciato delle strette interlocuzioni con i boss della zona di Agrigento ma i loro affari sono rimasti top secret anche agli inquirenti. Chi si incontrava lasciava rigorosamente il telefono in un’altra stanza, evidentemente perché avevano il timore di poter essere intercettati.

Chi si incontrava

Ad intrattenere i rapporti erano Piero Di Natale, stretto referente del boss di Campobello di Mazara Franco Luppino, e Giuseppe Sicilia. Quest’ultimo è considerato uomo di fiducia del capo della provincia mafiosa di Agrigento Giuseppe Falsone, è stato definitivamente condannato per aver partecipato alla famiglia mafiosa di Favara. Scarcerato il 9 dicembre 2014, e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, è stato poi nuovamente arrestato il 2 febbraio 2021 per aver diretto la famiglia mafiosa nell’ambito dell’operazione Xidy. Dal 17 ottobre al 9 dicembre 2014 è stato detenuto insieme a Franco Luppino nel carcere di Agrigento.

I primi contatti

I primi contatti fra i due avvengono già a partire da giugno 2020 e pare che siano stati sollecitati da Luppino. Circostanza che sarebbe confermata da un biglietto che Di Natale avrebbe mostrato ad un uomo di fiducia di Sicilia. Un primo incontro avvenne in un locale pubblico, il tutto confermato dal fatto che sul dispositivo cellulare di Di Natale era stato installato uno spyware, una sorta di cimice che intercettava non solo le conversazioni telefoniche ma anche quelle ambientali. Già qui Di Natale lasciava il cellulare in custodia al titolare dell’esercizio commerciale. Pochi giorni dopo Piero Di Natale incontrava Franco Luppino e lo caricava nella sua auto ma anche qui i dialoghi non sono stati captati in quanto i due sono andati in una zona di campagna e sono scesi dall’auto per parlare.

I successivi incontri

Il giorno dopo veniva accertata la terza trasferta di Piero Di Natale a Favara. Anche in questo caso, la riunione fra il Di Natale e il capomafia di Favara si svolgeva in un esercizio pubblico, dove il primo lasciava sempre il proprio telefono cellulare allontanandosene e dunque impedendo ancora una volta l’intercettazione del dialogo. Venivano registrate solo le ultime battute dei due, a conclusione dell’incontro, e cioè la richiesta del Sicilia di dare un abbraccio a una persona non nominata ma che, alla luce della dinamica dei fatti, è certamente identificabile in Franco Luppino: “Dagli sempre un abbraccio da parte nostra”. Si comprendeva inoltre che fra i due era pendente la trattazione di affare non meglio indicato: Sicilia diceva “restiamo così …” e Di Natale rispondeva: “Rimaniamo sempre per adesso… per questa situazione”.

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