Ossa che sembrerebbero umane sono state rinvenute, stamane, sui banchi di posidonia lungo la costa di fronte il lungomare Boeo di Marsala, nei pressi del parco giochi per bambini. La segnalazione è stata fatta alla polizia da uomo che passava vicino la riva. Sul posto sono, quindi, arrivati agenti del commissariato e della Scientifica, i vigili del fuoco e militari dell’Esercito. La squadra scientifica sta effettuando i rilievi per accertare se si tratta davvero di ossa umane e in tal caso a che epoca risalgano.
Frammenti d’ossa riaffiorano durante lavori di ristrutturazione, indagini
Macabro e misterioso rinvenimento a Favara, centro dell’Agrigentino. A fine marzo alcune ossa, che potrebbero essere umane, sono state ritrovate in un’abitazione al primo piano di una palazzina in via Luigi La Porta. Si tratta di frammenti di ossa. La scoperta è stata fatta durante dei lavori di ristrutturazione in corso nell’appartamento. Sul posto, lanciato l’allarme, sono intervenuti i carabinieri della locale tenenza e i militari del nucleo operativo di Agrigento. Ancora troppo presto per fare ipotesi. Le ossa sono state sequestrate e dai frammenti verrà estrapolato il Dna che fornirà prime certe indicazioni su di chi fossero i resti.
A Favara, dopo un paio di ore, si rincorsero voci senza controllo. Molte le suggestioni anche alla luce dei diversi casi di persone scomparse in città. Il ritrovamento delle ossa è avvenuto a poca distanza da una delle abitazioni frequentate da Gessica Lattuca, la giovane madre sparita nel nulla nell’estate 2018. Quello di Gessica Lattuca è il caso più recente ma non l’unico.
Alla mente riaffiora anche quello di Diego Ferraro, il diciottenne favarese scomparso nel novembre 1997. Suggestioni, come detto. Non è escluso che possano ovviamente trattarsi di resti risalenti ad un periodo addirittura antecedente e che nulla hanno a vedere con i fatti sopra citati. L’accertamento del Dna, in tal senso, sarà fondamentale.
Ossa trovate nella diga Garcia sono di un uomo scomparso nel 2006
A fine ottobre 2023, i carabinieri del nucleo Investigativo di Monreale, dopo accertamenti tecnici esperiti dal Ris di Messina, sono riusciti a risalire all’identità della persona, i cui resti sono stati trovati nel dicembre del 2020 grazie ad un pescatore che aveva lanciato l’allarme alle forze dell’ordine.
Secondo le indagini coordinate dalla Dda si tratta di di Salvatore Mulè, scomparso da Camporeale il primo febbraio 2006. La famiglia di Mulè nato il 4 ottobre del 1960 il 27 ottobre del 2016 aveva presentato in tribunale la richiesta di morte presunta.
Mulè, secondo gli investigatori, sarebbe la vittima di un caso di lupara bianca. L’allevatore è nipote di Rosario Mulè detto “manuzza”, morto nel 2014. I due sono ritenuti vicino alla famiglia mafiosa di Camporeale. Sul mistero delle ossa ritrovate nella diga Garcia le indagini le ha coordinate la Dda segno che la vicenda potesse essere legata a Cosa Nostra. Ipotesi che adesso dopo gli ultimi sviluppi trova conferma.
Commenta con Facebook