L’ex deputato del Pd non avrebbe chieste solo voti agli “amici”, ma anche il loro aiuto e la loro forza per cercare di risolvere faccende di carattere strettamente privato.

Interventi per dirimere questioni di natura familiare, consapevole della forza intimidatrice degli esponenti di Cosa nostra.

Nelle cinquecento pagine dell’inchiesta sfociata nell’operazione «Scrigno», ci sono due episodi in cui Paolo Ruggirello chiede ai mafiosi di dargli una mano.

In particolare, si sarebbe rivolto a Carmelo Salerno, considerato il capo della famiglia di Paceco, e al trapanese Franco Orlando per un problema relativo a una donna con la quale il parlamentare intratteneva «una relazione – spiegano i giudici – e dalla quale aveva avuto una figlia mai riconosciuta dal deputato».

La signora, dopo la separazione, si sarebbe rifiutata di dare corso agli accordi con l’ex compagno per i giorni da trascorrere con la piccola. Una situazione sfociata in una denuncia da parte dell’uomo, un esposto ai carabinieri che avrebbe potuto creare non poche difficoltà.

«La vicenda coinvolgeva personalmente Ruggirello, che non voleva rivelare l’esistenza del rapporto extraconiugale e di essere il padre legittimo della bambina – spiegano gli inquirenti -. Al solo fine di scongiurare eventuali ripercussioni negative che avrebbero arrecato nocumento al suo prestigio personale e politico, chiedeva a Salerno di gestire e risolvere quella vicenda privata, interessando anche Orlando.

Una scelta per sfruttare un loro intervento che, per la caratura mafiosa di quest’ultimi e le modalità accorte degli incontri, assume chiaramente connotati illeciti. Ruggirello poteva contare su associati mafiosi per ottenere “servizi” tipici della consorteria mafiosa».

Intercettazioni e filmati nel negozio di frutta e verdura di Salerno, mostrano le visite dell’ex parlamentare. I due si sentono spesso per telefono e parlano della vicenda. Ma si incontrano anche nel bar di un distributore di benzina. Salerno racconta poi ad Orlando di avere ricevuto la visita della donna e afferma: «Mi ha detto “il discorso se io devo renderlo pubblico con lui… mi ha detto tanto vale che va¬do là… dobbiamo cercare di evitare carabinieri di evitare tutto questo giro tutto questo bordello, togliere tutte queste cose”».

È sempre Ruggirello a chiedere l’aiuto di Carmelo Salerno per una storia che lo preoccupa: una relazione tra la figlia e un panettiere. «È mezza pigghiata (invaghita, nd.) ma come cazzo gli viene in testa a 26 anni a cummattiri con una bambina… ma veramente i cristiani qua mi devono fare girare i c… per forza. La piccola ci sta mettendo a tutti in difficoltà perché a tutti i costi lei deve parlargli, lei deve vederlo, lei deve fare… cose che io veramente boh mi sto…», dice per telefono Ruggirello all’amico, che risponde: «Ora me la vedo io questa cosa».

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