“Se il calo dei contagi dovesse essere confermato fino alla fine della settimana sarebbe auspicabile la transizione della Sicilia dalla ‘zona rossa’ alla ‘zona arancione'”. Lo chiede il sindaco di Salemi (TP), Domenico Venuti. “Se questo passaggio non dovesse avvenire – prosegue Venuti – allora sarebbe opportuno diversificare le misure di contenimento nei vari centri urbani in base al rischio epidemiologico dettato dai numeri. La ‘zona arancione‘, infatti, pur mantenendo un prudenziale divieto di spostamento fuori dal Comune di residenza, consentirebbe la circolazione interna dando respiro ad alcuni settori importanti come il commercio, la ristorazione e i bar che più di ogni altro stanno pagando le conseguenze di questa crisi”.

I numeri del bollettino di ieri

ieri sono stati 970 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia su 23.579 tamponi processati con una incidenza di positivi pari a 4,12%. La regione scivola al sesto posto per contagio in Italia dopo Lombardia, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Campania. Le vittime sono state 36 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.296. La distribuzione nelle province vede Palermo 308, Catania 188,  Trapani 162, Messina 104,  Siracusa 84, Agrigento 72, Caltanissetta 36, Ragusa 14, Enna 2. Negli ospedali i ricoveri sono 1.664, 2 in  meno rispetto a ieri, dei quali 229 in terapia intensiva, due in più del giorno precedente. Il totale degli attualmente positivi è 47.479, con un decremnto di 522 casi rispetto a ieri. I guariti sono 1456.

In Sicilia polemica sui ristori

E proprio riguardo ai ristori per le categorie più colpite dal blocco, il sindaco di Salemi ricorda che questi dovranno essere “adeguati e proporzionati al crollo degli introiti, mentre una particolare attenzione – continua Venuti – va data al comparto delle sale ricevimenti, fondamentali per la Sicilia in virtù del grande numero di posti di lavoro legati a queste attività. Si tratta di realtà – conclude il sindaco di Salemi – che dovranno essere messe nelle condizioni di potere ripartire con slancio, attraverso aiuti consistenti, quando il dato epidemiologico lo consentirà”.