I carabinieri della compagnia di Carini hanno arrestato un giovane di 23 anni accusato di lesioni personali ai danni di personale sanitario in una Guardia medica.
I militari del nucleo radiomobile, su indicazione della centrale operativa, sono intervenuti al punto territoriale di emergenza in piazza san Francesco perché l’indagato, mentre attendeva di essere medicato per una ferita alla testa, aveva violentemente aggredito un infermiere 54enne, colpendolo con un pugno al volto. L’arresto è stato convalidato dal gip di Palermo.
La piaga delle aggressioni ai sanitari
Quella delle aggressioni al personale sanitario è una piaga che dilaga in Sicilia ormai da tempo. Aggressioni si registrano tanto nei pronto soccorso come nelle guardie mediche e, in alcuni casi, a che negli ambulatori. Due anni fa la vicenda della guardia medica trapanese.
L’aggressione del 2021 nel trapanese
I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Marsala hanno arrestato il pregiudicato G.B., 48 anni, per i reati di minaccia e ingiuria. All’uomo sono stati inflitti i domiciliari in seguito ad un provvedimento giudiziario che ha aggravato le misure cautelari dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, a cui lo stesso era già sottoposto per dei precedenti reati commessi contro il patrimonio.
L’aggressione alla guardia medica
In particolare l’uomo, nello scorso mese di settembre, si sarebbe reso responsabile di un’aggressione compiuta per futili motivi ai danni di una dottoressa. Il 48enne prima avrebbe gravemente minacciato e ingiuriato la vittima che, in qualità di medico, stava svolgendo il proprio turno di servizio presso una delle guardie mediche presenti sul territorio di Marsala. I carabinieri sono stati chiamati dal medico stesso ancora sotto shock per l’aggressione subita.
Intervento provvidenziale dei carabinieri
L’immediato intervento del personale dell’Arma e le successive indagini hanno condotto all’individuazione del presunto responsabile, sul conto del quale l’autorità giudiziaria ha disposto di sottoporlo alla misura restrittiva degli arresti domiciliari presso l’abitazione in cui risiede.






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