Pause caffè troppo lunghe e soprattutto non segnalate al tribunale di Palermo da parte di quattro Asu (lavoratori socialmente utili) della Regione.

Quattro donne sono state rinviate a giudizio con l’accusa di assenteismo.
La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri; il Gup Roberto Riggio ha ritenuto che il caso vada approfondito davanti alla quinta sezione del Tribunale. La prima udienza si terrà il 20 marzo 2020.

Non solo caffè ma anche visite in farmacia e alle Poste.

Il reato contestato alle donne dal pm Francesco Gualtieri è truffa aggravata ai danni della Regione, che è il datore di lavoro degli Lsu.

A processo sono finite Mari Bognanni e Domenica Valpa, entrambe di 54 anni, Margherita Finazzo, di 50, Rita Raccuglia, di 43. Sono difese dagli avvocati Giuseppe Siino, Fausta Catalano, Arianna Marsala, Valentina Longo e Vitale Giambruno.

Il caso, denunciato all’inizio del 2017 da un anonimo tramite una lettera, aveva fatto scattare le indagini.
I fatti si sono svolti nella cittadella giudiziaria del nuovo complesso di via Pagano, dove per andare anche al bar interno della struttura, è necessario strisciare il badge segnalando così i minuti di assenza che devono poi essere recuperati.

Secondo la difesa le impiegate Lsu non sono sottoposte agli stessi vincoli rigidi di orario dei colleghi strutturati, dipendenti del ministero della Giustizia.

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