• Walter Ricciardi ha evidenziato lacune sulla campagna di vaccinazione in Italia.
  • Per il consulente del ministro Speranza ci vorrebbe una zona rossa per 3 – 4 settimane.
  • Ricciardi favorevole al certificato vaccinale.

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato da Il Messagero, ha affermato: «Dobbiamo farci trovare pronti nel momento in cui, come tutti speriamo, arriveranno molte dosi dei vaccini. Al momento questa certezza non c’è. Vedo che c’è ancora tanto disorientamento: quale sarà il meccanismo di prenotazione? Dove si faranno le vaccinazioni? Penso che siano dubbi da chiarire quanto prima».

«L’immunità di gregge – ha aggiunto il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma – l’avremo solo quando vaccineremo il 70-80 per cento della popolazione e secondo me siamo ancora in grado di riuscirci entro la fine dell’anno. Se ci organizziamo bene, però».

«Un’inversione di tendenza – ha continuato l’esperto – può avvenire solo con misure più energiche. E sono necessarie alla luce delle varianti che stanno arrivando che sono più contagiose, a partire da quella inglese. Secondo i colleghi britannici è anche più letale».

Per Ricciardi tutte le Regioni vanno messe nella fascia rossa «per almeno tre o quattro settimane. Dobbiamo stroncare subito la diffusione di nuove varianti. Dopo avere rallentato il contagio, si può ripartire a regime con testing, tracciamento e campagna vaccinale», «altrimenti rischiamo il lockdown, come probabilmente farà invece presto la Francia. E guardiamo a ciò che sta succedendo in Spagna e Portogallo. Rischiamo la stessa esplosione del contagio. Inoltre, in questo contesto, con la diffusione della variante inglese, tutti i paesi stanno chiudendo le scuole, dobbiamo pensarci anche noi. Vedo che in nord Europa hanno sospeso le lezioni anche alle elementari, a causa della variante inglese».

Infine, Ricciardi dice sì al certificato vaccinale: «Deve esserci una forma di attestazione che dia la possibilità a chi è vaccinato di dichiararlo. Potrebbe fare ripartire molte attività e diventare anche un incentivo a vaccinarsi».

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