• Scatta fra 48 ore l’obbligo del green pass per  spettacoli, cinema, centri termali, piscine, palestre e ristoranti al chiuso
  • Il governo studia l’obbligo anche per datori di lavoro e dipendenti degli stessi esercizi
  • Da settembre obbligo sui mezzi di trasporto
  • Si discute l’introduzione anche a scuola

L’obbligo del green pass per il personale scolastico è una delle tante ipotesi che potrebbe arrivare su tavolo del governo. Anche se al momento nulla è deciso. In attesa della cabina di regia e del Cdm, che sono previsti giovedì prossimo, allo studio ci sarebbero le nuove misure per la scuola e i trasporti mentre, almeno per ora, non si discuteranno le norme sul certificato nei luoghi di lavoro e resta un rebus l’ipotesi di Pass per alcune categorie di lavoratori.

Ipotesi scuola, Sicilia in testa per numero di prof non vaccinati

Per il personale scolastico, l’ipotesi che circola in queste ore in ambienti di maggioranza, sarebbe quella di introdurre l’obbligo del pass, anche considerando che l’incidenza di vaccinati tra insegnanti e personale è già altissima, dell’85% circa: sono invece quattro le Regioni che registrano un numero consistente di scettici del vaccino tra i prof (Sicilia, Liguria, Sardegna e Calabria). Resta in campo, ma è meno probabile, l’ipotesi di intraprendere percorsi specifici con misure ad hoc, come la Dad, laddove il numero di immunizzazioni fosse stato ancora basso.

Sono ore determinanti anche per l’approvazione in generale del Piano Scuola, in vista del rientro a settembre. Il documento dovrebbe essere discusso, non è ancora chiaro se informalmente, dai governatori domani in una riunione straordinaria della Stato-Regioni. L’intenzione è di ripartire con le lezioni in presenza, seguendo la linea dettata dal Comitato Tecnico Scientifico nel suo ultimo parere fornito al dicastero. Da questo punto di vista sarà anche determinante l’aumento del numero delle corse, visto che l’80% della capienza non è sufficiente a garantire distanziamento su metro e autobus.

Obbligo per lavoratori e imprenditori della ristorazione, dello spettacolo e del fitness

Tra le forze politiche era anche spuntata in queste ore l’ipotesi di allargare la platea di persone per le quali il ‘lasciapassare’ dovrebbe diventare tassativo. L’idea, che sembra per il momento accantonata, era di rendere obbligatorio, dai ristoratori agli istruttori delle palestre, il passaporto verde in tutti quelle attività per le quali ne è prevista l’esibizione. Ma la prima difficoltà sarebbe stata sui tempi.

Meno di due giorni all’obbligo

Da venerdì il pass sarà già necessario per l’accesso a spettacoli, cinema, centri termali, piscine, palestre e ristoranti al chiuso e anche nel caso di consumazione ai tavoli che si trovano all’interno dei bar.

Tamponi per tutti a 7 euro

I governatori sono pronti a discutere anche la bozza di Protocollo per la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzo contenuto, il provvedimento – d’intesa con il Commissario, il ministero della Salute e le farmacie – prevede un prezzo calmierato dei tamponi, che potrebbe attestarsi sui 6-7 euro.

Obbligo sui mezzi di trasporto da settembre

In vista del Consiglio dei Ministri, l’unico nodo resta l’applicazione del green pass nei vari settori e categorie di lavoratori. L’introduzione dell’obbligatorietà del certificato per i trasporti a lunga percorrenza (su aerei, treni e traghetti) è quasi certa, ma avverrà solo da inizio settembre. Sul certificato verde c’è poi lo scoglio delle forze politiche: circa 1.300 emendamenti sono stati presentati in commissione Affari sociali alla Camera al decreto che introduce dal 6 agosto l’obbligo del lasciapassare in determinate attività e, di questi, 916 proposte di modifica arrivano dalla sola Lega, che è critica sul tema.

47% ha già green pass, 21% non lo chiederà

Secondo un sondaggio di Confesercenti, invece, il 47% degli italiani già si è procurato il documento, mentre il 20% segnala di aver iniziato l’iter per ottenerlo. Rimane, però, un 21% che resiste all’idea dell’obbligo di certificato vaccinale e dichiara di non volerlo ottenere. Dal sondaggio emerge anche che il 46% degli imprenditori del settore ristorazione teme che l’introduzione dell’obbligo “avrà un effetto negativo”, con aumento dei costi a carico dell’impresa e riduzione dei fatturati, mentre solo il 29% spera in un effetto positivo. Tra i consumatori, invece, prevale l’ottimismo.

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