Sono 780 i migranti ancora presenti a Lampedusa (Ag): 680 sono ospiti dell’hotspot di contrada Imbriacola e 100 sono stati sistemati nella Casa fraternità che sono dei locali della parrocchia gestiti dal sacerdote don Carmelo La Magra. Quando la nave quarantena Gnv Azzurra (che al momento si trova al porto di Augusta (Sr) per fare rifornimento di carburante e viveri) tornerà a Lampedusa, condizioni meteo marine permettendo, procederà all’imbarco di altre 350 persone, arrivando alla capienza massima di 700 migranti ospiti. Sull’isola resteranno quindi 430 extracomunitari.

Intanto si innescano le polemiche mentre sono in atto i lavori per la costruzione della tendopoli che dovrà ospitare i migranti a Vizzini, in provincia di Catania. Qui la Croce Rossa Italiana sta costruendo, su disposizione del Ministero dell’Interno, una struttura che dovrebbe servire ad ospitare migranti posti in quarantena che sbarcano in Sicilia. Il centro sorge all’interno di un dismesso deposito in disuso dell’Aeronautica Militare, in contrada Salonia. “Prendiamo atto di tardive e generiche rassicurazioni da parte dei grillini, una reazione che conferma invece la fondatezza dei nostri timori sulla tendopoli per migranti a Vizzini. Il Governo Conte, ignorando le prerogative e le legittime aspettative del Calatino, ha preso una decisione che rischiamo di pagare a carissimo prezzo”. A dirlo è l’assessore regionale Marco Falcone in qualità di Commissario provinciale di Forza Italia, a seguito delle ultime prese di posizione sulla tendopoli per la quarantena dei migranti, in allestimento nel Comune di Vizzini.

“Questo territorio ha già patito anni di sofferenza penalizzato da quel Cara che, oggi come allora, è arrivato a Mineo con una decisione calata dall’alto. Il fatto che, secondo quanto riferiscono i parlamentari M5s, si tratti di una struttura provvisoria non costituisce una garanzia per i cittadini di Vizzini e Comuni vicini rispetto ai rischi. Il primo, di tipo epidemiologico, e il secondo, forse ancora più grave, di tipo sociale ed economico nel contesto di un’economia locale già duramente provata. Chiediamo al Governo di fare retromarcia – conclude Falcone – spostando altrove una tendopoli che, per il Calatino, potrebbe diventare la fonte di una nuova grave crisi”.

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