Porte sbarrate alla casa museo di Luigi Pirandello ad Agrigento. L’amara sorpresa è stata fatta ieri dallo storico palermitano Giuseppe Li Causi in visita alla cittadina dei templi e dove tra le sue tappe c’era proprio la casa museo del rinomato letterato: “Sono rimasto deluso – dice – perché ho trovato chiuso il museo della casa natale di Luigi Pirandello e ne volevo approfittare trovandomi in questa città per visitarlo. Ho trovato la biglietteria chiusa e qualcuno del posto mi dice che si trova chiuso da oltre sei mesi”.

La “rabbia”

“Ora vorrei capire da chi di dovere, in questo caso dell’assessorato regionale ai Beni culturali, – rilancia Li Causi – perché in una terra come la nostra Sicilia che vive di turismo viene abbandonata a sé stessa lasciando molti turisti che si trovavano in questo posto bellissimo delusi. Signori delle istituzioni datevi una svegliata che dopo due anni di pausa forzata dovuta al covid il turismo deve ricominciare per dare ossigeno alle nostre finanze siciliane”. Per il resto Li Causi ha dato un giudizio globale positivo su Agrigento: “Città che non visitavo da tanto tempo – dice -. Bellissima come sempre con il suo clima solare circondata dai suoi stupendi templi e dai suoi monumenti secolari”.

 Lavori in corso

Dalle ultime notizie ufficiali nel gennaio scorso sono stati consegnati i lavori per la sistemazione della Casa natale di Luigi Pirandello, che si trova nella contrada denominata “Caos”, a 4 chilometri da Agrigento. La casa, una costruzione rurale di fine Settecento, è interessata da opere di manutenzione che riguardano sia interventi di miglioramento e di salvaguardia del manufatto, che di adeguamento strutturale con l’abbattimento delle barriere architettoniche. In realtà i lavori, almeno sulla carta, sarebbero dovuti durare tre mesi. Il motivo di questa chiusura prolungata non sono mai stati ufficialmente chiariti.

La storia della casa museo

La villa dove ha sede la casa–museo Pirandello, appartenne ai Ricci Gramitto, avi di parte materna dello scrittore, sin dal 1817. In questa residenza, infatti, trovò rifugio la famiglia Pirandello per sfuggire alla grave epidemia di colera che nel 1867 imperversava in tutta la Sicilia. Danneggiata nel 1944 dallo scoppio del vicino deposito di munizioni delle truppe americane, venne dichiarata nel 1949 monumento nazionale. Tre anni dopo la Regione Siciliana l’acquistò e diede inizio ai lavori di restauro e sistemazione della Casa e della stradella di collegamento il pino marittimo, il celebre albero sotto il quale il drammaturgo agrigentino trovò ispirazione per alcune delle sue più celebri opere.

 

 

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