Nessun corteo funebre né a piedi, né in auto, ma funerali in forma strettamente privata per il defunto boss dell’Agrigentino. Lo ha disposto la questura di Agrigento, e così è stato sabato scorso per Vincenzo Di Piazza, 83 anni. Era ritenuto, da investigatori e inquirenti, il capomafia di Casteltermini, morto nei giorni scorsi.

L’arresto nel 2011

Vincenzo Di Piazza era stato arrestato dai carabinieri nel 2011 in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Provvedimento firmato dal gip Fernando Sestito, su richiesta dalla Dda. Il suo arresto, allora, rientrò nell’ambito dell’operazione antimafia “Kamarat”. Determinanti, per fare scattare la custodia cautelare, furono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Carrubba di Campofranco, in provincia di Caltanissetta.

Tre anni fa ai domiciliari

Nel 2020 l’anziano, che era stato condannato a 18 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, era tornato nella propria abitazione. Gli furono concessi gli arresti domiciliari, per motivi di salute, lasciando  il 41bis cui era sottoposto dal novembre. Il boss di Casteltermini ha una “carriera” criminale che parte ancora prima. Nel 1995 venne arrestato per aver favorito la latitanza del capo di Cosa nostra agrigentina Salvatore Fragapane, oggi ergastolano. Scovato dalle forze dell’ordine dopo un periodo di latitanza proprio nella masseria di Vincenzo Di Piazza, ritenuto un “fedelissimo” del “mammasantissima” di Santa Elisabetta.

Le dichiarazioni decisive

Per l’arresto di Di Piazza sarebbero risultate decisive le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Maurizio Carrubba, già appartenente alla famiglia mafiosa di Campofranco. Le dichiarazioni rese da Carrubba avrebbero consentito al gip di superare ogni dubbio sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza. Di Piazza venne ritenuto organico alla cosa: “Il perdurante e attivo inserimento dell’uomo nella famiglia mafiosa di Casteltermini, con funzione direttiva”. Dichiarazioni che quindi confermarono i sospetti degli inquirenti e diedero ulteriore forza alle prove che avevano raccolto sul suo conto.

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