“Il Comune di Linosa e Lampedusa restituisca immediatamente ai cittadini la quota di tariffa per il servizio di depurazione nel periodo in cui il depuratore stesso non funzionava”. È quanto chiede Riccardo Nuti, dopo la risposta del Governo all’interrogazione presentata dal deputato lo scorso giugno.

“Nell’atto parlamentare – ricostruisce Nuti – si denunciava una situazione di potenziale abuso dato che i cittadini hanno dovuto pagare una tariffa di depurazione nonostante il servizio non sia mai stato garantito, per una media di 40 euro all’anno a famiglia, conteggiati all’interno della bolletta dell’acqua. Da qui si chiedeva un intervento tempestivo al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico. A febbraio di quest’anno – continua ancora il parlamentare – è arrivata risposta dal Governo, nella quale, richiamandosi a una sentenza della Corte Costituzionale, si dice espressamente che ‘la mancanza o l’inattività degli impianti di depurazione dei reflui elimina il presupposto stesso del corrispettivo’. Spetta al Comune ora fare il conto di quanto bisognerà restituire ma non sarà una cifra marginale, considerando che il depuratore – secondo quanto denunciato a suo tempo sia dalle associazioni locali sia da Legambiente – non funziona correttamente dal 2009”.

“Siamo in presenza di un altro abuso, derivante anche dall’ennesima negligenza delle amministrazioni locali, regionali e nazionali. Il depuratore in questione – spiega ancora Nuti – è uno di quelli interessati dalla procedura d’infrazione europea del 2014 per mancato adeguamento dei reflui urbani, per la quale stiamo pagando salatissime multe. Senza dimenticare che il bando per i lavori per il depuratore è stato indetto nel 2012, ma solo nel 2015 il Comune di Linosa e Lampedusa ha consegnato le aree per cominciare i lavori. Nel frattempo – conclude Nuti – da otto anni i cittadini vivono sommersi dall’inquinamento e con la beffa di un pagamento per un servizio mai avuto. Ora basta: si restituisca il maltolto immediatamente”.