Il maltempo della notte e che si prevede continui da una tregua agli sbarchi e soprattutto alle partenze delle carrette del mare e al tempo stesso a Lampedusa parte il piano di evacuazione.

Erano 1.425 i migranti ospiti, dopo il trasferimento di 349 di venerdì sera con il traghetto di linea che è giunto a Porto Empedocle, dell’hotspot di Lampedusa.

Una struttura, in contrada Imbriacola, che potrebbe ospitarne poco meno di 400. I 349 giunti all’alba di ieri a Porto Empedocle sono stati smistati, su disposizione della Prefettura di Agrigento, verso i centri d’accoglienza di Catania, Siracusa, Agrigento e alcune strutture delle Marche.

In serata il via al piano di evacuazione

Nella serata di ieri è stato avviato il piano di evacuazione dei migranti dall’hotspot di Lampedusa con il coordinamento del Commissario per l’emergenza immigrazione Valerio Valenti e il prefetto di Agrigento e con il supporto della Difesa, della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Il trasferimento dei migranti avviene nel rispetto dei tempi necessari per lo svolgimento delle procedure di identificazione e di prima assistenza sanitaria.

Una delle priorità cui il prefetto Valenti ha lavorato in queste prime settimane da commissario è stato proprio quello di mettere a punto un dispositivo che consenta di svuotare l’hotspot dell’isola nei momenti di picco degli sbarchi, che coincidono frequentemente con il weekend, come avvenuto in queste ore.

Evitare il sovraffollamento

L’obiettivo è quello di evitare che la struttura, che come detto ha una capienza di circa 400 posti, venga travolta dagli arrivi determinando condizioni di invivibilità per gli ospiti. In passato si è toccato i 2300 migranti ammassati nella struttura e ieri sera si sono sfiorati i 1.700 dopo che in mattinata erano oltre 1400. Il piano prevede il coinvolgimento di mezzi di Guardia costiera, Guardia di finanza, Marina Militare ed Aeronautica, oltre ai traghetti di linea, per organizzare nel modo più rapido possibile i trasferimenti verso la terraferma, evitando così l’intasamento dell’hotspot. Si punta ad una “soluzione strutturale” per Lampedusa con l’attivazione di quasi mille nuovi posti di primissima accoglienza per ridurre la pressione migratoria sull’isola che si prepara alla stagione turistica estiva.

Il boom della tratta libica

Ben 499, dei 1.326 migranti arrivati sabato a Lampedusa, erano partiti con 7 barconi dalla Libia: da Zuara, Sabrathra, Tripoli e Tagiura. Le prime avvisaglie del fatto che anche il fronte libico delle partenze illegali si fosse riaperto si erano avute lo scorso 28 aprile, quando con tre barconi sono giunti in 256. Ieri la conferma.

E non soltanto perché i migranti soccorsi hanno dichiarato di essere partiti dalla Libia, ma anche per il tipo di natante usato per le traversate. Se dalla Tunisia i migranti salpano con un piccoli barchini di metallo (6 o 7 metri) elettrosaldato che faticano a stare a galla, e su ogni natante vengono imbarcati al massimo una cinquantina di persone, dalla Libia si parte con barconi di legno di almeno 10 o 12 metri sui quali vengono sistemati, come dimostrato dagli sbarchi di ieri, fino ad un massimo di 130 persone. Cambiano inoltre le nazionalità: dalla Libia partono più egiziani, marocchini, siriani, etiopi e palestinesi. Dalla Tunisia invece salpano più persone originarie di Costa d’Avorio, Ghana, Gambia, Mali e Sudan.

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