I carabinieri di Ribera (in provincia di Agrigento) hanno arrestato Attilio Manisi, 34 anni, accusato d’aver spacciato metadone ad un giovane di 21 anni di Ribera che è morto per overdose. Il gip ha firmato l’ordinanza.
Determinante – secondo quanto reso noto dai carabinieri – è stato l’esame del cellulare dell’indagato da dove sono state estrapolate delle conversazioni che facevano comprendere come, almeno da giugno di quest’anno e fino al tragico epilogo, il ventunenne fosse fra i suoi “clienti”.
Continuano intanto incessanti, in tutta la Sicilia, i controlli delle forze dell’ordine per la repressione della detenzione e dello spaccio di stupefacenti, triste fenomeno che vede tra i protagonisti sempre più spesso giovanissimi.
Stamane i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Siracusa hanno arrestato con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio Salvatore Morale, 33 anni, disoccupato, siracusano. Aveva trasformato la sua casa in un mercatino della droga.
I militari, nel corso della perquisizione nella sua abitazione, hanno rintracciato il tesoro dell’uomo, che era nascosto nei mobili della cucina: 9 ovuli di hashish, del peso complessivo di 100 grammi; 4 dosi già confezionate di hashish del peso complessivo di 1,5 grammi; un bilancino di precisione e materiale per confezionare le dosi; un coltello a serramanico, tutto materiale, secondo gli inquirenti, relativo alla presunta attività di spaccio dell’uomo.
Tutto quanto, insieme ai soldi, 70 euro, è stato posto sotto sequestro mentre Morale, come disposto dalla Procura,
è agli arresti domiciliari.
Nel Catanese invece, i carabinieri della stazione di Mascali e del nucleo Cinofili di Nicolosi hanno arrestato in flagranza di reato un 37enne per spaccio di sostanza stupefacente, furto aggravato di energia elettrica e detenzione abusiva di munizioni.
Nello scantinato della sua abitazione, durante una perquisizione, militari dall’Arma hanno trovato 25 chilogrammi di marijuana, conservata in cinque grosse buste.
In un altro spazio della stessa casa sono state rinvenute 40 piante di cannabis indica che erano coltivate servendosi di apparecchiature alimentate con un allaccio abusivo alla rete di energia elettrica utilizzata per il pubblico servizio. Durante la perquisizione gli investigatori hanno trovato anche 24 cartucce calibro 12.
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