Omicidio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono queste le ipotesi di reato ipotizzate contro ignoti dalla procura di Agrigento dopo che un gommone avrebbe speronato un peschereccio libico. Tre persone risultano disperse.

Il caso dei tre migranti dispersi

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico d’ignoti, per omicidio colposo oltre che per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul caso dei tre migranti dispersi – una somala e due ivoriani – dopo che la loro imbarcazione ha speronato un peschereccio libico in acque internazionali.

La vicenda sabato sera

Cinque, sabato sera, sono caduti in mare. Due sono stati salvati dai compagni di viaggio, mentre gli altri tre sono scomparsi fra le onde. Capitaneria di porto e Guardia di finanza stanno portando avanti le ricerche. Del fascicolo d’inchiesta, aperto dalla Procura, si sta occupando oltre al procuratore capo Luigi Patronaggio il sostituto Elenia Manno.

Sei fermi a Lampedusa

Sei egiziani, ritenuti i componenti l’equipaggio di un barcone di migranti, sono stati fermati all‘hotspot di Lampedusa dalla squadra mobile di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dal sostituto Elenia Manno, numerosi sbarchi sull’isola. Ai sei è contestato anche l’omicidio di un migrante che, assieme ad altre persone a bordo del natante, sarebbe stato minacciato e picchiato per costringerlo a restare sottocoperta, vicino la zona dei motori, fino a morire.

Le indagini della procura agrigentina

I sei egiziani, d’età compresa tra i 32 e i 40 anni, sono accusati dalla Procura di Agrigento di avere, “in concorso morale e materiale tra loro, trasportato dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane 70 extracomunitari, a bordo di un barcone di circa 10 metri, esponendoli a grave pericolo di vita”. Lo sbarco di bengalesi è avvenuto lo scorso 22 gennaio. L’indagine, svolta dalla squadra mobile della Questura di Agrigento, coordinata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi e dal suo vice Geneviève Di Natale, ha permesso d’identificare i componenti dell’equipaggio, ricostruendo il ruolo svolto da ciascuno di loro.